Siamo un gruppo di genitori che hanno costituito un comitato per ottenere un pediatra in un bacino di utenza di circa 700 bambini. I comuni interessati sono 10 nella provincia di Torino, stiamo negoziando con le istituzioni per ottenere un pediatra, ma, come ben sapete siete pochi a laurearvi in questa specializzazione, oltretutto pochi a desiderare di lavorare in queste zone. Vorremmo capire meglio come stanno effettivamente le cose.

L'assegnazione di un posto da Pediatra è soggetta, come tutto in Italia, a diverse regole, che devono salvaguardare sia gli interessi dell'utenza, sia gli interessi del professionista. Il rapporto di lavoro, infatti, non è quello del dipendente, che percepisce uno stipendio a prescindere dall'attività svolta: il medico di base ed il pediatra sono retribuiti in base al numero di assistiti che hanno in carico.

La USSL deve quindi garantire al medico un ambito sufficientemente popolato, anche se poi nessuno (se non la qualità del proprio lavoro) garantisce al medico che tutti i potenziali pazienti residenti nel suo ambito si iscriveranno a lui.

Esistono quindi delle regole per calcolare il fabbisogno di medici in una determinata zona, che nel caso dei Pediatri sono: si conta la popolazione in età da 0 a 6 anni (che poi è quella che di diritto va al Pediatra, mentre i bambini di età superiore possono anche scegliere il Medico di famiglia); si calcola un bisogno di un Pediatra ogni 600 bambini o frazioni superiori a 301; l'ambito (uno o più comuni, in dipendenza dalla numerosità della popolazione) deve essere definito in modo da rendere possibile l'inserimento di almeno due Pediatri; si bandiscono i posti non coperti, cioè si tiene conto di eventuali Pediatri già inseriti (e questo non è il vostro caso); i Pediatri eventualmente interessati fanno domanda e il posto viene assegnato al Pediatra che ha più titoli, secondo una graduatoria regionale.

Va da sé che il sistema può dare risultati non ottimali in alcune situazioni. Ad esempio, ambiti poco popolosi o distribuiti su troppi comuni o in zone disagiate dal punto di vista geografico o della viabilità sono necessariamente scartati dal Pediatra a favore di situazioni lavorative più comode o che gli garantiscano un lavoro più sicuro.

Ciò è comprensibile: qualsiasi professionista o imprenditore in proprio (che quindi ha costi fissi che nessuno gli copre) sceglie anche in funzione delle possibilità di avere un "mercato" sufficiente. Il nuovo contratto, tuttavia, offre delle possibilità di soluzione al problema: l'amministrazione sanitaria regionale può definire particolari forme di incentivo per le zone cosiddette "disagiate", cercando in tal modo di ovviare alle difficoltà di avviamento dello studio.

Altro su: "Perchè non ci assegnano un Pediatra?"

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