La gravidanza è sempre una situazione nuova, anche per chi ha già avuto dei figli, e finisce inevitabilmente per procurare qualche inquietudine.
In questo periodo anche le donne più forti sono costrette a fare i conti con una emotività tumultuosa, con ansie e preoccupazioni che, viste dal di fuori, possono sembrare del tutto sproporzionate. Non devono perciò provocare vergogna ne sensi di colpa. Importante è parlarne con qualcuno in modo da esorcizzare le paure o almeno evitare che si ingigantiscano. Parlandone liberamente alla fine si arriverà persino a sorriderne.

Contro le paure strettamente connesse alla gravidanza (dolore del parto, di avere un figlio malformato, ecc.) è bene parlarne con il medico. Sarà lui il primo a capire, a dare tutte le informazioni necessarie per ridare tranquillità ed eventualmente ad indirizzare la gravida verso lo specialista che sarà in grado di  placare le ansie più gravi.

Delle altre paure, quelle  "non sanitarie", che si manifestano o peggiorano in gravidanza (paura del buio, di attraversare la strada, di non essere più desiderate, ecc.)  può essere utile parlare con uno psicologo.

Molto utile è frequentare i corsi di accompagnamento alla nascita che si tengono in molti ospedali e consultori, in modo da incontrare altre mamme che vivono la stessa esperienza: dalla condivisione di questi problemi spesso deriva una rassicurazione che aiuta a superarli senza traumi.

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