Ho una bambina di due anni appena compiuti. È molto precoce: parla come bambini di più di tre anni, il disegno è molto elaborato (omini con occhi, capelli, barba, occhiali, braccia, gambe, mani, piedi ecc...). Vorrei iscriverla all'asilo ma ritengo che il nido per lei possa essere poco stimolante. Come bisogna comportarsi con bambini precoci? Quali scelte si devono preferire?

Cara lettrice, nell'educare un figlio (non mi stancherò mai di ripeterlo) vanno sempre operate scelte che privilegino il suo sano, sereno, armonico sviluppo psicofisico. E tutti i bambini, siano essi precoci, superdotati o ipodotati, vogliono soprattutto sentirsi uguali agli altri: avere gli stessi giochi, gli stessi zaini, le stesse scarpe, ecc.

Il senso di uguaglianza rafforza il senso di identità e di appartenenza ad un gruppo, e facilita quindi lo sviluppo relazionale. Questo è, per grosse linee, il nucleo psicologico dell'infanzia e che permane fino alla pubertà - e che rende spesso gli adolescenti tanto "immaturi"-: possiamo dire che ciò che inchioda un essere umano alla sua età cronologica è proprio il suo sviluppo affettivo, così primitivo rispetto ad altri settori evolutivi, come quello fisico e quello cognitivo, che invece fanno passi da gigante nel primo decennio di vita.

Per esempio, una bimba di 12-13 anni è fisicamente in grado di procreare, ma non per questo è psicologicamente pronta per poterlo fare. Detto questo, cerca per lei una buona scuola materna; non so da dove scrivi e quindi non posso direttamente indirizzarti, ma sono sicura che dalle tue parti, così come dalle mie, accanto a istituzioni francamente mediocri, ne esistono altre che rasentano l'eccellenza.

Come fare per saperlo? Molto semplicemente: al momento dell'iscrizione chiedi in Segreteria il POF (Piano dell'Offerta Formativa) che ogni scuola è tenuta a redigere, e scegli quella che offre il programma più adatto per tua figlia. Non pensare che le scuole materne siano meri servizi di intrattenimento di prole di mamme lavoratrici: oggi vengono attivati laboratori teatrali, di informatica, di lingue straniere.

Certo non escono traduttori simultanei per Bruxelles ma, se ci si accontenta della filastrocca in inglese e della canzoncina in francese, è certamente un primo passo per scoprire se un bambino è portato per le lingue.

Per esempio, nel caso tua figlia mostrasse inclinazione per la materia, una giusta stimolazione per lei sarebbe farle frequentare qualche scuola con insegnanti di madrelingua straniera: così facendo, sfrutteresti bene la capacità di apprendimento di una lingua, che è assolutamente portentosa nei bambini, e colmeresti un'atavica, miope carenza del nostro sistema scolastico, che si ostina a proporre l'insegnamento della lingua straniera in modo del tutto artificioso (dalla scuola media, e partendo dalla grammatica), e a dispetto dei modestissimi risultati finora ottenuti.

Un'ultima raccomandazione, che suona un po' come un monito: non dimenticare "mai" l'età della tua bambina. La precocità cognitiva può essere un gran vantaggio se ben sfruttata, ma può trasformarsi in un vero incubo per tutti voi: può portare a pericolose dinamiche di aspettative mancate e frustrazioni enormi, può persino indurre tua figlia a sprecare il suo talento.

Ad esempio ricordati che alla tua piccola, con il dono innato per il disegno, non occorre alcuna fatica per realizzarlo, e quindi cerca di lodare l'impegno che mette nelle cose e non tanto il risultato che ottiene: familiarizza con frasi come "apprezzo il tuo sforzo" (non dirle "brava" - davanti ad un brutto voto le diresti "somara"?), sostieni e coltiva la sua applicazione e la sua buona volontà.

Se non impara gradualmente la disciplina mentale della diligenza, dello zelo e anche dello sforzo si arenerà subito alla prima difficoltà. E sarebbe un vero peccato.

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