Mio figlio di tre anni e mezzo frequenta da settembre l'asilo ed è inserito in una classe disomogenea per età. Dopo l'iniziale periodo di adattamento il bambino ora va a scuola con piacere. L'insegnante però si lamenta spesso del fatto che il bambino è capriccioso un po' prepotente e che spesso non ascolta. Preoccupata da queste segnalazioni ho tastato un po' il terreno ed ho riscontrato che comunque il bambino ha imparato poesie, canzoncine e che, anche se non sempre, colora nel rigo. Ora le chiedo se le lamentele dell'insegnante sono da prendere seriamente in considerazione o se il bambino è semplicemente vivace e col tempo e l'impegno di tutti le cose miglioreranno. Da considerare che ho anche un'altra bambina di due anni e mezzo con cui il bambino a volte gioca, altre litiga, e che io come madre cerco di avere in una mano il bastone e nell'altra la carota.

Col tempo e l'impegno di tutti le cose miglioreranno": questo significa che le segnalazioni dell'insegnante vanno prese seriamente in considerazione in modo tale che, sia a scuola che a casa, si miri a raggiungere degli obiettivi. L'aspetto comportamentale è differente da quello cognitivo: il fatto che sia in grado di imparare poesie o colorare, non esclude la necessità di un intervento per migliorare il suo atteggiamento di disturbo.

Bisogna cercare di capire le cause del suo comportamento, ricercandole sia in ambito scolastico che familiare ed equilibrare l'uso della carota e del bastone. Personalmente ritengo che un uso equilibrato di castighi e premi sia positivo, perché entrambi indirizzano il bambino a comportarsi bene, a patto che vengano accompagnati da spiegazioni chiare. incentivando il bambino con una alla ricerca del motivo di premio e con l'altro a non esercitare azioni che meritano un castigo.

È consigliabile un accordo con la scuola, in modo da esercitare un'azione comune, in modo da porre il bambino dinanzi agli stessi divieti o ad analoghi premi.

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