Sono il babbo di una bambina di due anni che da quando è nata non è mai stata una gran mangiona ma in questo ultimo periodo non mangia nulla. Però beve un paio di succhi di frutta, forse anche tre il giorno. Tutto questo è iniziato alle vacanze di Natale perché la bimba va al nido. Noi genitori siamo disperati: cosa dobbiamo fare?

Il problema può essere un problema individuale della sua bambina e quindi quello che le dirò sarà una risposta in senso generale, e non può prendere in considerazione il suo caso specifico di cui non ho alcun elemento, soprattutto se vi è una patologia che giustifichi la mancanza di appetito.

"Non mangia niente" è una lamentela quotidiana che i genitori fanno al pediatra e nella stragrande maggioranza dei casi è un falso problema, che ha portato, e porta, alla prescrizione di una infinità di "ricostituenti", che per lo più non sono necessari. Il fatto che la piccola frequenti il nido già potrebbe provocare qualche problema di adattamento psicologico momentaneo e che in genere si risolve.

Il frequentare una collettività presuppone inoltre una maggior ricorrenza di malattie e quindi una conseguente diminuzione dell'appetito, situazione anch’essa da considerare normale. In gran parte si tratta di banalissime forme infettive delle vie aeree che comportano due o tre giorni di febbre e una settimana e più di tosse, ma anche una decina di giorni di anoressia.

Considerando che al primo anno di nido queste forme possono ripetersi anche otto o nove volte, sarebbero molti i giorni di scarso appetito, soprattutto nei mesi invernali, in cui tali malattie classicamente si concentrano. Inoltre anche forme di enterite virale sono in causa nella diminuzione temporanea dell'appetito e si presentano spesso in comunità chiuse come il nido. Anche un esagerato apporto di succhi di frutta non migliora la situazione, anzi, se in eccesso, i succhi di frutta diminuiscono l'appetito perché apportano calorie e diluiscono gli enzimi digestivi.

Tuttavia, fatte tutte le premesse di cui sopra, nella gran maggioranza dei casi il problema non sussiste: i genitori si lamentano che il loro bambino "non mangia niente", ma ad un controllo dell'accrescimento in genere non è così e spesso i bambini risultano, una volta pesati, cresciuti regolarmente o per lo meno, se sono cresciuti un po' meno, solitamente ciò è dovuto ad un maggior numero di episodi infettivi tipici del nido e della prima infanzia in generale (anche la dentizione a volte porta a una certa difficoltà di alimentazione, ma in genere il bambino sente il suo bisogno calorico e cerca alimenti più facili da mangiare, come latte e latticini, e quindi fa entrare le calorie a lui necessarie).

Anche genitori di bambini che non vanno al nido riferiscono il problema e spesso si tratta di madri troppo ansiose che forzano il loro bambino, che si diverte un mondo (soprattutto al 2° anno) a dire di no per affermare la propria personalità: e più si forzano questi bambini e meno mangiano.

L'unica cosa da fare, quando i genitori "credono" che il loro bambino "non mangia niente", è quella di eseguire dei controlli mensili del peso e dell'altezza e vedere il grafico di questi due parametri. Nella mia esperienza, almeno nell'80% dei casi, il fatto non sussiste ed il bambino risulta cresciuto regolarmente come peso ed ha inoltre un peso appropriato per la sua altezza.

Da cosa dipende allora il fatto che i genitori "non sono contenti" di quanto mangia il loro bambino? In genere dalla loro mancanza di conoscenza del valore nutritivo degli alimenti o dalla loro ansia (e anche da un senso di colpa per dover lasciare al nido il proprio figlio).

Molto spesso i genitori dicono "mio figlio non mangia niente" ma, una volta pesato e misurato, è invece regolarissimo per l’età e a volte anche su fasce alte di accrescimento. Infatti con le abitudini di questi tempi (merendine, cioccolatini, gelati, biscotti ecc.) non è infrequente vedere bambini che lasciano nel piatto metà del pranzo e della cena solo perché mangiano (molte calorie) fuori dei pasti.

E' difficile far capire che due o tre cioccolatini contengono moltissime calorie e che alla fine il senso di sazietà del bambino è soddisfatto. Basta sapere che 10 grammi di cioccolato sono 55 calorie, 10 grammi di gelato cassata sono 25 calorie, 10 grammi di pane 27 calorie e 10 grammi di pasta all'uovo 37 calorie e fare un po' i conti di quanta pasta... è sostituita da 3 o 4 cioccolatini.

Allora si capirà perché, se un bambino durante la giornata prende, un po' qua e un po' là, gelati, dolci e similari, alla fine non mangi quello che si aspettano i loro genitori. Per questo il bambino cresce bene ma il genitore, che lo vede a pranzo e cena, e non ricorda o non considera quello che ha mangiato fuori dal pasto, viene dal pediatra a lamentarsi che "non mangi niente".

Se il bambino cresce regolarmente di peso ed è proporzionato in base all'altezza, non è possibile che non mangi niente... perché l'apporto di calorie è come il conto in banca... se ci sono i soldi vuol dire che ci sono stati messi. Potrebbero non esserci le lire... ma se ci sono i dollari e molti, va bene lo stesso. Così spesso i genitori non sono soddisfatti delle lire (pasta, carne ed alimenti normali) ma non considerano i dollari (dolci, cioccolati, gelati e merendine) che portano in alto il conto... in banca del bambino.

Qualora invece vi sia una diminuzione effettiva dell'accrescimento non giustificata ed in grado considerevole, allora sarà il collega pediatra ad allertarsi e prescrivere accertamenti ed indagini appropriate.

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