No problem

A tavola, evitare la discussione di problemi. Rimandarla a un momento più opportuno. C’è poco tempo per stare tutti insieme quindi è meglio approfittare dei pasti per ricaricarsi a vicenda anche con un tono positivo della conversazione cui tutti possono contribuire.

Lo stimolo per sfogarsi può essere forte. Il problema preme e sale alle labbra per essere proiettato sul tavolo da pranzo. Chi ne parla sicuramente si alleggerisce perché butta fuori un peso, che però carica in parte sugli atri. La consapevolezza ci può aiutare a correggere la rotta della nostra conversazione.

Mi rendo conto che in quel momento mi pesa un problema, vorrei condividerlo con gli altri, avere dai miei un consiglio, un appoggio. Mi rendo anche conto che la mia famiglia ha bisogno di una pausa di ristoro e di serenità. Decido quindi di mettere da parte il grattacapo e di rimandarne la discussione.


Dare ascolto ai litigi dei figli… e metterli in ammollo (i litigi)

Voglio stare io vicino a papà
Giorgio si sta bevendo tutta la Coca Cola!
Puzzi!
Sei brutta!
Sono più bella di te!

Anche a tavola può succedere. Che fare? Dire: “Smettetela di litigare!” vuol dire attribuire a un comando – Smettetela! – il potere magico di far cessare le ostilità. Pensate un po’ come ci sentiremmo, dopo una lunga fila a uno sportello, se l’impiegato ci dicesse che abbiamo sbagliato sportello. Contrariati, arrabbiati, forse furiosi.

E se qualcuno in quel momento ci dicesse: “Smettila di essere arrabbiato!”, ci aiuterebbe a rasserenarci? E come ci sentiremmo se durante un litigio una persona presente ci dicesse “Smettetela!”? Feriti? Frustrati? Incompresi? Vittime d’ingiustizia? Non possiamo liquidare con un comando un problema di relazione tra i figli, anche se momentaneo e di piccola entità.

La prima mossa è prestare ascolto al litigio, senza dare ragione a nessuno.

Questa operazione già contribuisce a raffreddare i bollori. Invitare quindi i ragazzi a trovare loro stessi una soluzione rapida per poter procedere a pranzare insieme tranquilli.

Capisco, siete arrabbiati, è accaduto qualcosa che vi fa star male. Adesso potete trovare una soluzione rapida a questa situazione? Vorremmo mangiare insieme tranquillamente. Oppure, se preferite, ne parliamo con calma dopo pranzo e troveremo sicuramente insieme una soluzione”.

Mangiare, oltre a nutrire, produce il vantaggio di ridurre l’aggressività. Dopo pranzo anche i ragazzi saranno più tranquilli e ragionevoli, il problema si sarà sgonfiato e una breve conversazione li aiuterà a inquadrare l’accaduto con occhi più sereni, si sentiranno inoltre ascoltati e compresi.


Buone / Interessanti notizie

Trovarle. Non è semplice, lo sappiamo. Siamo frastornati dagli eventi e stanchi. Abbiamo il serbatoio quasi vuoto e la nostra mente arranca. Eppure è di grande importanza comunicare agli altri a tavola qualche buona o interessante notizia.

Non è necessario che si tratti di avvenimenti di rilievo, anche perché questi accadono solo di tanto in tanto. Le buone notizie a portata di mano, ascoltate alla radio mentre si torna a casa, da un collega conversando davanti alla macchina del caffé, da un negoziante, in una telefonata.

Oppure semplici eventi che abbiamo vissuto nella giornata: l’incontro con una persona, un piccolo problema risolto, un particolare notato per strada, una curiosità di un negoziante da cui ci forniamo.

Le buone notizie sollevano il clima di famiglia e rasserenano anche chi le racconta.

Mentre state tornando a casa provate a racimolare qualche cosa di buono da raccontare. Quando comincerete a raccontarla noterete che un po’ alla volta si allentano le vostre tensioni interiori; inoltre, per associazione di idee, vi verranno probabilmente alla memoria altri fatti positivi da raccontare.

Anche gli altri impareranno quest’abitudine e le conversazioni a tavola guadagneranno punti.