1° domanda: a che età i bambini iniziano a sognare?

2° domanda: in che arco di età è normale che i bambini siano "vittime" dei brutti sogni? In particolare, per un bambino di 3-4 anni, un brutto sogno è frutto di fantasia o di qualcosa che ha vissuto nella realtà e che tenta di respingere?

Innanzi tutto il sonno (in un bambino e in un adulto) si distingue in sonno non REM o sonno sincronizzato e in sonno REM o sonno desincronizzato. Il sonno NREM (non rapid eye movements) comprende 4 stadi o fasi, che vanno dalla sonnolenza al sonno leggero sino al sonno profondo. Il sonno REM corrisponde alla fase onirica, cioè dei sogni e comprende un solo stadio, che deve la sua denominazione al rilievo sull'elettrooculogramma (durante la registrazione poligrafica EEG) di movimenti rapidi degli occhi (REM=rapid eye movements).

Il sonno NREM e il sonno REM si alternano ciclicamente e il bambino presenta una maggiore quantità di sonno REM rispetto all'adulto (50% contro 20%), soprattutto tra i 3 e i 5 anni di età: a questa età si hanno fino a 8-9 periodi di sonno REM per notte. Nei primi due anni di vita è difficile ottenere un resoconto dei sogni, per cui la valutazione del contenuto onirico è limitata. Sicuramente in questa fascia di età, l'attività onirica svolge un importante ruolo biologico e psicologico nel normale sviluppo del bambino stesso. All'età di 3 anni i bambini iniziano a riferire sogni occasionali: la loro descrizione è generalmente breve, in media di 14 parole. Questi sogni possono svegliare il bambino, ma hanno uno scarso contenuto emotivo: riguardano, talora, gli animali o possono contenere rappresentazioni dell'uomo (i genitori) sotto forma di animali.

Spesso i sogni riguardano necessità proprie come la fame e la sete. A circa 4 anni si hanno meno episodi di risveglio a causa dei sogni: il riferimento del loro contenuto è più frequente e la descrizione alquanto realistica, arricchita da elementi fantastici. Si verificano spesso sogni in cui i soggetti sono i compagni di gioco. Tra i 5 e i 7 anni, i sogni e la loro descrizione diventano più lunghi (70 parole per le femmine; 48 per i maschi) e di durata simile a quella degli adulti. Il soggetto che sogna ha un ruolo maggiore come personaggio principale; compare la capacità di creare scenari semplici ed iniziano ad avere un contenuto affettivo.

Frequentemente sono riportati sogni in cui si è inseguiti, minacciati o incapaci di muoversi. Compaiono figure spettrali o soprannaturali: spesso i personaggi dei sogni si identificano con quelli del cinema e della televisione. Vengono, talora, riportate difficoltà o preoccupazioni personali, ma i sogni sono per la maggior parte piacevoli.

Esiste una notevole variabilità nella descrizione dei sogni da un bambino all'altro. A molti bambini piace sognare e riferire i propri sogni; a volte non vogliono essere svegliati e tendono ad addormentarsi per "finire il sogno". All'età di 8-11 anni, il riferimento di sogni si verifica nel 66% circa dei risvegli dal sonno RENM. I sogni sono riferiti spontaneamente dai bambini ed aumenta significativamente la loro partecipazione. In questo periodo i sogni sono per la maggior parte piacevoli, ma possono essere influenzati dai personaggi della televisione o del cinema.

I bambini riconoscono ciò e spesso dicono "questo mi farà fare un brutto sogno"; gli incubi si verificano in almeno un terzo di tutti i sogni riferiti. Durante questo periodo di sviluppo gli animali diventano un soggetto meno frequente ed è presente una maggiore varietà scenografica, che rispecchia la conoscenza dell'ambiente durante la veglia.

Eventi scolastici e sportivi sono frequenti nei sogni di questi bambini. Negli anni successivi iniziano ad essere i coetanei i protagonisti dei sogni; predominano i sogni "belli", ma gli incubi sono ancora frequenti ed intensi. Dopo i 13 anni, il contenuto è meno spesso riferito a cose quotidiane e viene frequentemente riferito "strano" e "confuso". Alcuni giovani iniziano ad essere interessati alle implicazioni psicologiche dei loro sogni.

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