Ho una bambina che ha fatto due anni da poco. Ha già  una sorellina di circa nove mesi. La bambina è molto determinata, estroversa e indipendente. Quando gioca con gli altri tende ad imporsi, prende i bambini con la forza perchè li tratta come bambolotti anche contro la loro volontà: vuol dare loro la pappa, vuole metterli seduti in punizione, cambiarli o pettinarli (scioglie alle bambine le trecce e fa male). Io intervengo, spiegandole che non si devono usare le mani e che è necessario vedere se il bambino con cui gioca vuole che lei continui, ma lei sembra proprio non capire (ed è una bambina molto intelligente). Il fatto che io intervenga però non diminuisce il numero delle situazioni e ho paura che crei dei disagi. Come posso fare per non rovinare la sua autostima (anche agli occhi dei coetanei) e allo stesso tempo proteggerla da futuri rifiuti? E poi per proteggere i coetanei, è una bambina molto forte fisicamente, che a volte non sanno come difendersi? La bambina va all'asilo nido, ma le educatrici non hanno mai sollevato il problema. Esistono dei libri anche per bambini che affrontano il problema? Devo lasciar fare?

Sicuramente per il benessere emotivo di sua figlia e dei compagni bambini è importante “non esagerare” nel valorizzare gli effetti di certi comportamenti spiacevoli, anche perché siamo in una fase, quella dei due anni, in cui ogni bambino, alcuni in modo più incisivo altri in modo meno evidente, tendono ad affermare il proprio Io, a polarizzare cioè  il mondo relazionale sulle proprie emozioni e sui propri stati d'animo, non avendo ancora una sovrastruttura capace di rispettare l’altro da sé in maniera chiara, almeno non ancora.

Aiutare gradualmente la bimba ad un primo approccio all’autocontrollo può essere possibile attraverso il racconto di storielle, di fiabe, dove il valore simbolico e fantastico della lettura attira molto l’attenzione dei piccoli a questa età.

Il mondo fantastico, che riguarda un luogo, un personaggio o un fatto immaginario riconduce i bambini alla vita reale, in cui essi possono “riconoscere” se stessi o una persona cara (un familiare,un fratellino, un compagno di scuola) e da cui possono trarre piccole “dritte” comportamentali (quelle che noi adulti chiamiamo consigli).

Non dimentichiamo poi che se si aggiunge il sentirsi spiazzati dalla nascita di un fratellino o una  sorellina, occorre un po’ di tempo (non solo cronologico, ma anche psicologico e di libero movimento) per abituarsi: nuovi ritmi infatti caratterizzano la quotidianità di tutta la famiglia con la nascita di un altro bambino.

Le consiglio pertanto questi libri, da leggere con la sua piccola, trovando uno spazio in cui possa dedicarsi a lei soltanto, facendosi aiutare anche solo per un quarto d’ora al giorno per l’altra sua piccola: leggere nella diade madre- figlia le darà un tempo di relazione e di terapia esclusivo, che verrà arricchito da affetto e attenzione sul valore del benessere:
“Litigare per crescere” di D. Novara e “Giochi e attività sulle emozioni” di Di Pietro/Dacomo, entrambi della casa editrice Erickson Trento

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