Vorrei dei chiarimenti sulla ph-metria, un esame che mi hanno consigliato di far fare al mio bimbo di due anni che soffre tuttora di reflusso dall'età di cinque mesi.

La ph-metria (ovvero la ph-manometria/24h) è un esame diagnostico che serve a valutare il grado di acidità nell’esofago e la pressione presente nella sua parte terminale. Un aumento dell’acidità dell’esofago si verifica quando il contenuto acido dello stomaco “risale” verso l’esofago (“reflusso gastro-esofageo”). Tecnicamente si esegue introducendo una piccola sonda in silicone (delle dimensioni di un refil di una penna a sfera) dalla narice sino al punto di giunzione tra esofago e stomaco.

Contrariamente a quel che sembra, tale manovra non è assolutamente dolorosa per il bambino (solo un po’ fastidiosa); a volte può rendersi necessario fare una piccola sedazione per poter introdurre il sottile sondino che verrà fissato al naso con un piccolo cerotto. La difficoltà di tale esame consiste nell’individuare il punto giusto dove posizionare il sondino, poiché soltanto l’estremità è provvista di un sensore che serve ad individuare le variazioni di acidità e di pressione.

L’esame dura 24 ore visto che bisogna tenere sotto controllo le variazioni di acidità durante il giorno, durante la veglia e il sonno, durante i pasti (il bambino potrà alimentarsi regolarmente). Il sondino viene collegato ad un piccolo computer (delle dimensione di un videogioco portatile, che il bambino porterà a tracolla), che registra ed elabora i dati ricevuti. Fondamentalmente possiamo valutare il numero di reflussi, i momenti della giornata quando si verificano, l’abbassamento dell’acidità, la durata dei singoli reflussi e del totale, ed altri parametri che permetteranno di stabilire la diagnosi (reflusso gastro-esofageo).

Come tutti gli esami strumentali, l’indicazione viene posta sulla base della storia clinica e dei sintomi presentati dal bambino. Una volta posta la diagnosi, verrà prescritta la terapia medica ed i consigli dietetici opportuni.