Ho un bambino di due anni con entrambi i pollici a scatto. Il bambino non raddrizza quasi mai le dita. Oggi abbiamo fatto una visita ortopedica in cui sono state sforzare entrambe le dita per farle "scattare" con ovvio dolore al bambino. Ci è stato consigliato di ripetere l'operazione per i prossimi giorni, questo potrebbe risolvere il problema ed evitare l'intervento. Avendo letto alcune risposte in cui si dice che il dito a scatto si risolve o da solo o con un intervento, vorrei sapere se queste manovre suggerite sono effettivamente utili.

Il pollice a scatto in età pediatrica è un'evenienza relativamente frequente (1:2000 nati) che può risolversi spontaneamente entro i primi 2-3 anni di età nel 10-30% dei casi. La difficoltà all'estensione o la presenza di un vero e proprio blocco in flessione è causato dal mancato aumento del diametro del tendine flessore lungo del pollice con conseguente difficoltà meccanica allo scorrimento a livello di una particolare zona anatomica (puleggia). In circa il 10-15% può presentarsi in forma bilaterale.

Forzare passivamente l'estensione del pollice, l'uso di tutori e la fisioterapia non hanno dimostrato una reale efficacia nel ridurre la necessità di correzione chirurgica. In alcuni casi è utile, prima di procedere all'intervento, un periodo di osservazione (sei mesi) con terapia antiinfiammatoria locale (come ad es. Arnica gel) per provare a ripristinare le normali dimensioni del tendine e il movimento del pollice.

Nei casi in cui la risoluzione spontanea si sia dimostrata inefficace è necessario intervenire chirurgicamente con una possibilità di recidiva intorno al 10%.

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Pollice a scatto
Il dito a scatto consiste in una difficoltà meccanica di un tendine a scorrere nella sua guaina.