Dove si trova

La vitamina K è liposolubile, cioè si scioglie in presenza di grassi. E’ presente soprattutto nei vegetali a foglie verdi (spinaci, cavoli, cavolini di Bruxelles, lattuga, broccoli, cime di rapa ecc.) legumi (soia, i piselli, ceci) e nel fegato. Il latte vaccino e ancor più il latte umano sono molto poveri di questa vitamina.

La vitamina K non diminuisce nelle operazioni di preparazione dei cibi, dato che è resistente alla cottura. Nell’uomo la fonte più importante è costituita dai batteri che normalmente risiedono nell’intestino e che sintetizzano questa vitamina.

A che cosa serve

La vitamina K ha una azione antiemorragica in quanto è indispensabile per la sintesi a livello del fegato di vari fattori necessari per la coagulazione del sangue (“fattori K dipendenti”).

Che cosa succede se manca

I sintomi della carenza di vitamina K sono dovuti all’emorragia. l neonati sono particolarmente suscettibili per la mancanza dei batteri intestinali che non si sono ancora costituiti, per le scarse riserve di vitamina K di origine materna e per l’insufficiente apporto con il latte: si può così verificare la malattia emorragica, le cui manifestazioni cliniche più rilevanti sono il sanguinamento a carico della pelle, dello stomaco, dell’intestino e del cervello. L’incidenza di questa malattia è attualmente molto ridotta dalla somministrazione di vitamina K al momento della nascita.

Nelle età successive, in condizioni normali la sintesi da parte dei batteri intestinali e l’apporto con la dieta sono largamente sufficienti a coprire il fabbisogno, cioè la quantità necessaria all’organismo.

Una carenza tuttavia può manifestarsi per una delle seguenti cause:

  • trattamenti antibiotici prolungati che distruggono i batteri intestinali
  • malassorbimento, cioè un cattivo processo di assorbimento intestinale, come si verifica ad esempio nella celiachia
  • malattie del fegato
  • uso di medicine ad azione anticoagulante
  • prematurità, cioè bambini nati prima del termine

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