Mio figlio di nove anni gioca a calcio regolarmente in una squadra "Pulcini". Si è recentemente lamentato di dolori all'inguine. Abbiamo quindi verificato con la nostra pediatra che ci ha detto trattarsi di una infiammazione virale. Mi chiedo però come si sia potuto, senza esami specifici, diagnosticare una infiammazione "virale". Sono stati prescritti degli antiinfiammatori.

Con molta probabilità suo figlio ha presentato un episodio di "sinovite transitoria benigna dell’anca", definita anche come "coxalgia (da coxa, che in latino significa anca) benigna". Si tratta di una patologia che interessa in genere i maschi tra i 2 e i 10 anni di età, ad esordio acuto, caratterizzata da dolore localizzato all’anca o, qualche volta, a tutto l’arto inferiore senza una sede ben definibile, di grado variabile, qualche volta così intenso da impedire al paziente l’appoggio del piede a terra e da causarli pianto intenso. Altre volte l’esordio è meno drammatico e il bambino riferisce dolore meno violento, che lo costringe a zoppicare o limita la funzionalità dell’arto. Il motivo per cui si verifica questa patologia non è del tutto chiarito, ma l’ipotesi più accreditata è che l’infiammazione dell’anca (sinovite significa infatti infiammazione della membrana che ricopre i capi ossei delle articolazioni) sarebbe una reazione locale ad una infezione delle prime vie respiratorie o di tipo gastrointestinale, sostenuta da virus.

L’episodio infettivo può essere contemporaneo alla coxalgia, ma può essere antecedente o successivo, anche di 15 giorni. Se non viene riconosciuta dal medico, la sinovite transitoria benigna dell’anca conduce ad errori di valutazione che spesso portano a sottoporre il bambino ad inutili accertamenti ematochimici e radiologici. Gli esami del sangue sono infatti sempre negativi (solo saltuariamente si verifica un innalzamento della VES, un indice aspecifico di infiammazione), mentre l’esame radiologico è negativo. Solo l’ecografia dell’anca può rilevare un modesto versamento nella capsula articolare. Il decorso è rapido e con evoluzione favorevole: nel giro al massimo di 7-10 giorni (ma in media già in 3- 4 giorni) la sinovite si risolve spontaneamente, anche se, qualche volta, nei casi in cui il dolore è più intenso, è necessario somministrare farmaci antiinfiammatori.

La malattia non lascia alcuna conseguenza a livello dell’articolazione. Occorre però sapere che un episodio simile può a ripetersi anche nelle settimane o nei mesi successivi, spesso in concomitanza di episodi febbrili come sindromi da raffreddamento o influenzali: l’esordio, il decorso e la terapia saranno gli stessi del primo episodio. Soltanto se la sintomatologia persiste oltre i 10 giorni sarà necessario escludere altre cause, in particolare il morbo di Perthes (una patologia benigna dell'anca, dovuta ad una sofferenza della testa del femore), o altre cause molto più rare come la leucemia o l’artrite settica dell’anca o il granuloma eosinofilo.

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