Che cos’è la Varicella?

La varicella è una comune malattia dell’infanzia causata dal virus della varicella-zoster (VZV). Il virus si trasmette da persona ammalata ad una persona sana attraverso le goccioline emesse con la respirazione o il contatto delle vescicole-pustole della pelle. La varicella di solito è una malattia lieve, ma può essere grave e rarissimamente anche mortale, specialmente quando colpisce bambini molto piccoli o gli adulti.

La malattia si presenta di solito con febbre, tosse, mal di testa e malessere generale e con la comparsa di tipiche manifestazioni cutanee pruriginose su tutto il corpo a partenza dalla faccia e il capo e con estensione al tronco e al resto del corpo.

L’eruzione della pelle è caratterizzata inizialmente da papule che poi si trasformano in vescicole (contenuto liquido), pustole (contenuto pus) e croste. Un bambino può presentare da 300 a 500 lesioni della pelle durante l’infezione. Il periodo di incubazione della varicella, di solito, è di 14-16 giorni. In alcuni casi la malattia si manifesta da 10 a 21 giorni dopo il contatto con un soggetto infetto.

Nel figlio di madre che risulta essere affetta da varicella poco prima del parto, la malattia può svilupparsi da 1-16 giorni di vita; di solito l’intervallo tra la comparsa delle manifestazioni cutanee nella madre del neonato è di 9-15 giorni.

La varicella può causare polmonite (23 ogni 10.000 casi), sovrainfezioni batteriche delle pustole, cicatrici cutanee, artriti, danni cerebrali (più di 1 ogni 10.000 casi), trombocitopenia, e infiammazione del cervelletto che può causare un'insufficiente coordinazione muscolare (atassia cerebellare).

Le complicazioni sono più frequenti nei neonati, negli adulti e nelle persone con deficit immunitari. Il vaccino ha un'efficacia dell’ 80%-90% nel prevenire l'infezione, e del 85%-95% nel prevenire le forme gravi di varicella.

Che cos’è il vaccino contro la Varicella?

Il vaccino contro questa malattia è costituito dal virus della varicella-zoster, che a seguito di particolari trattamenti di laboratorio viene reso incapace di provocare la vera malattia, ma ugualmente in grado di stimolare le difese dell’organismo contro l’infezione naturale (vaccino vivo ed attenuato).

Questo vaccino è disponibile in formulazione sia “singola” e sia “combinata” (nella stessa fiale). La formulazione combinata è associata ad altri tre vaccini (antiparotite, antimorbillo ed antiparotite) (vaccino tetrevalente MPRV). Entrambe le formulazioni (Varicella e MPRV) possono essere somministrati senza alcun pericolo, ai soggetti che abbiano superato la malattia naturale oppure che siano già stati vaccinati contro una di queste malattie.

La vaccinazione per la varicella, effettuata a qualsiasi soggetto non vaccinato (sempre dopo l’anno di vita), entro 72 ore e non oltre le 120 ore da un contatto, può prevenire e modificare significativamente il decorso dell’eventuale malattia. Nei vaccinati l’eventuale malattia ha un decorso migliore, con meno elementi cutanei (in media inferiore a 50), meno febbre ed una più rapida guarigione.

A volte la malattia è così lieve da non essere nemmeno riconoscibile come varicella, dato che gli elementi cutanei possono sembrare punture di insetto. Al contrario, nei soggetti non vaccinati il numero degli elementi cutanei è molto maggiore (in media più di 250). Tuttavia è documentato che i soggetti vaccinati che contraggono la varicella in forma lieve sono contagiosi.

Come e quando si somministra il vaccino per la Varicella?

La dose raccomandata è di 0,5 ml. L’attuale Piano Nazionale Vaccini 2005-2007 raccomanda la somministrazione di una dose di vaccino per i bambini tra i 12 mesi e i 12 anni, mentre per i bambini con più di 12 anni e adulti: due dosi di vaccino, distanziate di almeno 4 settimane.

Questa seconda dose di vaccino garantisce un’ulteriore sicurezza come dose di rinforzo delle difese immunitarie. Il vaccino viene somministrato attraverso un’unica iniezione che si effettua preferibilmente per via sottocutanea nella regione superiore del braccio; anche se alcuni studi riportano che la somministrazione intramuscolare induce la stessa protezione anticorpale. Per effettuare questa vaccinazione non è necessario tenere il bambino a digiuno.

Quando si può vaccinare un bambino contro la Varicella?

Può essere vaccinato il bambino con banali infezione delle vie aeree superiori (esempio: raffreddore, tosse). La presenza di una donna gravida in famiglia non controindica la vaccinazione di un bambino.

Quando si deve rimandare la vaccinazione contro la Varicella?

La vaccinazione si deve rimandare, in caso di: donne che sono gravide o che cercano di diventarlo (le donne devono evitare la gravidanza per almeno un mese dopo la vaccinazione), malattia acuta grave con o senza febbre, somministrazione di immunoglobuline nei dodici mesi precedenti, trapianto di cellule staminali ematopoietiche, trapianto di organi solidi. Persone che assumono steroidi (ad esempio cortisone) ad alte dosi (almeno 2 mg per Kg al giorno o 20 mg o più di prednisone al giorno per 2 o più settimane), possono essere vaccinate un mese dopo aver interrotto la terapia. Questa raccomandazione vale anche nel caso in cui non siano trascorsi trenta giorni dalla somministrazione di un altro vaccino a base di virus “vivi e attenuati” (ad esempio antimorbillo, parotite, rosolia).

Quando non si deve vaccinare contro la Varicella?

Il vaccino non deve essere effettuato a bambini con età inferiore ai 12 mesi ed in soggetti con: immunodeficienza grave (es. tumori del sangue e solidi; alcune immunodeficienze congenite come agammaglobulinemia, immunodeficienza comune variabile o immunodeficienza severa combinata ecc; HIV con grave immunodepressione), reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose e reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino.

Cosa fare in caso di eventuali razioni al vaccino contro la Varicella?

La maggioranza dei soggetti che si vaccinano non presentano alcun effetto collaterale. Raramente questo vaccino entro le 48 ore successive alla vaccinazione, provoca una lieve reazione irritativa passeggera nel punto dove è stata effettuata la puntura. Questa reazione si manifesta con gonfiore, rossore e dolore; raramente può comparire febbre, che per lo più è modesta e si cura con l’utilizzo di farmaci a base di paracetamolo (tranne aspirina). Nel caso in cui questi sintomi si dovessero protrarre per più di due giorni si consiglia di consultare il medico al fine di verificare se questi possano essere attribuibili ad altra causa; inoltre in caso di una reazione importante o insolita, previo consulto medico, si deve provvedere ad effettuare la dovuta segnalazione di “evento avverso”.

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