La vaccinazione è tra le più importanti attività di promozione della salute ed è il mezzo più efficace per eliminare o contenere la diffusione di una malattia infettiva; inoltre l’immunizzazione di tante persone, crea una barriera che impedisce la circolazione dello specifico germe, in maniera tale da proteggere anche chi, per vari motivi, non può essere vaccinato.
Anche se nel nostro Paese non si verificano più certe malattie infettive, è necessario non abbassare mai la guardia, continuando a vaccinare, finché queste malattie non saranno completamente debellate in tutto il mondo. L’esempio più lampante è il vaiolo, il quale grazie alla vaccinazione è considerato debellato a livello mondiale, per cui la vaccinazione non è più raccomandata; presto la stessa cosa succederà anche per la poliomielite.
Perché le vaccinazioni vengono differenziate in Obbligatorie e Raccomandate
Attualmente nel nostro Paese le vaccinazioni definite “obbligatorie” per tutti i nuovi nati sono: difterite, tetano, poliomielite, epatite B; le altre: pertosse, morbillo, rosolia, parotite, Haemophilus influenzae tipo b, pneumococco, meningococco, varicella e Papillomavirus, sono “raccomandate”.
Anche se nella maggioranza dei paesi europei la distinzione tra vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni raccomandate non esiste, è bene chiarire che tale distinzione è solo di natura “legislativa e storica” (l'ultimo obbligo vaccinale risale al 1992: da allora, tutti i nuovi vaccini sono classificati come raccomandati o facoltativi), in quanto tutte le vaccinazioni sopradette sono da considerarsi “vivamente consigliate”, al fine di garantire la tutela della salute dei piccoli e di tutta la collettività.
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