Usare anche la comunicazione scritta, disegnata, illustrata. Un’immagine azzeccata cattura l’attenzione, se è spiritosa fa anche sorridere. Non occorre essere artisti o scovare chissà quale originalità di espressione, chissà quale trovata, battuta, gioco di parole.

Si è in famiglia e funziona anche il piccolo piccolo, il semplice semplice, perché è un segnale di attenzione reciproca e non si sta tanto a guardare la qualità del prodotto, della comunicazione, quanto a quello che essa significa: mi ha pensato, ha fatto questo per me.

Quando nostro figlio piccolo ci regala il suo ultimo disegno, lo appendiamo orgogliosi in ufficio e glielo diciamo, così lo rendiamo felice. Forse non è né bello, né originale, ma non stiamo mica lì a badare a questo: lo ha fatto nostro figlio, e basta.

Lui ci ha comunicato, attraverso un disegno, il suo estro, i sentimenti, la sua visione delle cose, i colori che gli piacciono, e noi lo abbiamo apprezzato perché è suo. Un piccolo evento che rende felici entrambi, genitori e figlio e contribuisce a rinforzare i legami familiari.

Il gioco vale anche tra adulti.

Un amico mi raccontava che prima di uscire al lavoro, la mattina carica la macchinetta del caffè per la moglie ancora addormentata e schizza una vignetta che in genere ha a che fare con il tema del caffè o del bar.

Disegna ad esempio una tazza enorme, con occhi sgranati, con appoggiata una scala a pioli dove sale un pulcino; la scritta è "caffè in tazza grande" Oppure il "caffè macchiato", con la tazza che sbircia, guardando in basso, la macchia disegnata sull’esterno.

Lei, alzandosi, trova sempre una piccola sorpresa spiritosa in cucina, e sorride.
 
E’ un’idea. Ognuno e ogni famiglia ha il proprio stile. Potete scoprire anche voi che cosa può far sorridere i vostri cari e comunicare qualcosa di vostro a chi resta a casa e non potete salutare prima di uscire.