Oggi in Italia sono sempre più numerosi i piccoli che nascono con il bisturi. E’ quindi importante essere informate non solo dei motivi che conducono a questa scelta, ma anche sulle cure e le cautele da adottare dopo.

E' un intervento chirurgico

Potrai sentirti un po’ stanca e frastornata con difficoltà a muoverti, subito dopo l’intervento, ma è del tutto normale. Avrai bisogno di essere assiduamente assistita per qualche ora, dovrai essere nutrita e idratata per via enodovenosa in attesa del tuo primo pasto, che avverrà successivamente.

Avrai, inoltre, un catetere che permetterà di svuotare regolarmente la vescica. Se è stata eseguita un‘anestesia epidurale, l’anestesista lascia ancora in sede il cateterino per un periodo variabile  dalle 24/48h dopo l’intervento per modulare se necessario la somministrazione di analgesico anche in questa fase.

Lo stesso accade anche se il taglio cesareo è stato difficile (insorgenza di emorragia o complicanze) e c’è la possibilità che il chirurgo debba eseguire un intervento supplementare. Può essere applicato un drenaggio sulla ferita per far fluire eventuali perdite di sangue.

Stop immediato a dolore e disagi

Non c’è ragione di temere un risveglio del dolore: oggi si viene sottoposte a un trattamento antalgico già dalle prime ore post intervento e di solito la somministrazione prosegue ad intervalli regolari nei primi 2-3 gg dopo il parto.

Allattare si può

Nulla impedisce di attaccare il bimbo al seno già dopo la nascita. Ciò che più conta è che mamma e bambino siano sistemati in modo confortevole: ci si può stendere su un fianco e con l’ aiuto del personale depone il piccolo con la bocca proprio all’ altezza del seno. Oppure c’è che si trova meglio supina con il bimbo adagiato di traverso sotto l’ascella e la testa proprio sul seno. E’ normale durante la poppata avvertire qualche contrazione: sono i “morsi” che via via riportano l’ utero alla sua posizione iniziale.

Prevenire il rischio di una flebite

Viene prescritto alla neomamma un trattamento anticoagulante per prevenzione del rischio di flebiti (formazione di un trombo in una vena degli arti inferiori). La somministrazione tramite iniezione si protrae per qualche giorno. In altre realtà questo trattamento non è effettuato a tappeto, ma solo alle mamme che presentano fattori di rischio o precedenti patologie.

Ridare il via ad una funzione importante

Come effetto dell’ anestesia, di alcune procedure richieste dall’intervento stesso e della parziale immobilità nei giorni successivi al taglio cesareo è normale che si verifichi un rallentamento della funzionalità intestinale.
Questo porta ad un accumulo di gas e a costipazione. Per favorire il ripristino dei movimenti intestinali occorre che già dai primi giorni la mamma assuma una bevanda e e inizi a compiere qualche passo: l’esercizio fisico stimola la muscolatura intestinale e favorisce il transito.

Primi passi con ostetrica

Nelle prime 24h la mamma può far fatica a trovare la posizione ideale per prendere e tenere in braccio il bambino. Ma poi nell’ arco di 24-48h sarà possibile cominciare ad alzarsi con il sostegno dell’ostetrica.
Ecco come fare: ci si mette su un fianco, poi si flettono le gambe e ci si siede reggendosi sule proprie braccia; una volta seduta si posano i piedi in modo che aderiscano bene al suolo e poi ci si raddrizza aiutata da qualcuno.

In caso di perdite forti

Nel post-partum si riconoscono perdite di sangue rosso vivo con piccoli grumi: è l’ utero che libera i residui di mucosa a contatto con la placenta. I “lochi” (tipico sanguinamento del puerperio) sono un po’ più intensi dopo l’ intervento, rispetto al parto vaginale.

Verso la 5° giornata le perdite diminuiscono e diventano rosate per protrarsi ancora per qualche settimana. Se si intensificheranno in colore e quantità serve un consulto.

Prendersi cura della cicatrice

Durante il ricovero la ferita verrà medicata e controllata dal personale addetto. Nei giorni successivi il bendaggio potrà essere rimosso per permettere un’ ideale cicatrizzazione a contatto con l’aria.
In caso di infezione compaiono arrossamento, essudazione e rialzo febbrile: il medico prescriverà terapia antibiotica risolutiva.

Al rientro a casa... prudenza!

La durata del ricovero può variare a seconda delle condizioni specifiche della neomamma e dalla procedura del punto nascita prescelto. Di solito la dimissione avviene tra il 4°-5° giorno.

La cicatrice può dare sensazione di prurito, pizzicore e tensione cutanea: nessuna paura, la sola cura è l’applicazione regolare di una crema o di latte idratante con delicato massaggio: Comunque in questo periodo occorre prudenza: al minimo segno insolito (vomito, febbre, dolore ai polpacci, sanguinamento importante) è importante consultare il medico ed evitare qualunque tipo di sforzo (come provare a sollevare pesi).

Darsi tempo per ritrovare il pieno benessere

Con l’intervento fasce muscolari e legamenti dell’area intervento saranno messi a dura prova: ci vorranno 4-5 mesi perché ritrovino il loro tono. Importante sarà consultare il proprio ginecologo per una visita di controllo a 6-8 w dopo il parto per verificare l’ opportunità di una ginnastica perineale adeguata che può essere appresa dalla consulenza di una ostetrica o in occasione di corsi post-parto.

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