Sono in attesa del mio secondo bimbo, attualmente alla 16° settimana, e tutte le analisi e le indagini ecografiche hanno dato esiti nella norma. Sei anni fa ho dato alla luce la mia primogenita con un cesareo ed ora il mio ginecologo, pur affermando che la cicatrice interna è quasi invisibile e che il mio utero non presenta anomalie di sorta, mi ha già detto che partorirò con un altro cesareo. Ho saputo che al Sud Italia (abito in Sicilia) è praticamente una regola partorire con il cesareo dopo un cesareo, mentre al Nord non la pensano così; ma perché devo rinunciare alla possibilità di un parto naturale? Esistono dei rischi reali di cedimento della precedente ferita in caso di travaglio?

Cara Signora, l'esecuzione di un taglio cesareo dipende da una serie di fattori che possono essere sia materni che fetali. Innanzitutto occorre sapere il motivo del suo primo cesareo, in quanto che se esso è stato eseguito per motivi materni (ad esempio bacino stretto....e via dicendo), questi solitamente permangono nel corso delle gravidanze successive. Se invece il taglio cesareo è stato eseguito la prima volta, come più spesso accade, per motivi di sofferenza fetale, queste stesse condizioni possono non verificarsi nella gravidanza successiva.

Resta però il problema legato alla cosiddetta debolezza della zona di incisione uterina. È assolutamente vero che al Nord si partorisce di più rispetto al Sud con un parto spontaneo piuttosto che in seguito a un taglio cesareo, ma molto dipende dalle strutture ospedaliere e dalla organizzazione all'interno delle sale parto. Per quanto riguarda il suo caso, in cui non sembrano esserci particolari problemi, nel caso lei partorisse in un centro ben attrezzato in cui la sala operatoria è attigua alla sala parto (per un eventuale taglio cesareo urgente), il suo parto potrebbe non essere "obbligatoriamente" un altro taglio cesareo.

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