Mia moglie è affetta da una lieve forma di gestosi vorrei sapere qualcosa su questa malattia.

Si raggruppano sotto questa denominazione le malattie della gestante connesse alla situazione di gravidanza e alla sua evoluzione. Distinguiamo gestosi del 1° e 3° trimestre.
Le gestosi del primo trimestre sono:

  • Ptialismo: esagerata secrezione salivare spesso associata a vomito e nausea, dovuta probabilmente ad aumentata produzione di mediatori del sistema nervoso detti colinergici;
  • Iperemesi: notevole esagerazione dei fenomeni gravidici legati al sistema nervoso simpatico che determinano vomito incoercibile sia a digiuno che dopo ingestione di cibi solidi e liquidi, nausea, salivazione abbondante, ipotensione, tachicardia, palpitazioni (extrasistoli). Il rischio è legato alla perdita di sali minerali con il vomito e quindi predisposizione a forme di disidratazione.

La terapia per queste gestosi iniziali dipende dalla gravità o meno della sintomatologia, normalmente bastano le norme igienico-dietetiche ed il controllo della pressione e del peso corporeo; se invece i sintomi sono invalidanti per la gestante si possono attuare terapia esdative per il vomito.

Le gestosi del terzo trimestre sono invece caratterizzate dalla tride di sintomi:

  • ipertensione arteriosa (pressione alta)
  • edemi (gonfiori)
  • proteinuria (presenza di proteine nelle urine)

Fattori predisponenti sono: l'obesità, la prima gravidanza, il diabete, le malattie renali, la gravidanza gemellare, l'abbondanza di liquido amniotico nell'utero (polidramnios), i fibromi uterini. Le gestosi del 3° trimestre, se non trattate, evolvono attraverso due stadi: lo stadio pre-eclamptico e lo stadio eclamptico.

La prima condizione è caratterizzata da cefalea persistente (specie frontale), da disturbi visivi come scotomi (mosche volanti), da gastrite acuta, da aumento dei valori pressori, generalmente al di sopra di 150/100, da aumento di peso improvviso con edemi che non regrediscono con il riposo, dalla diminuzione della quantità di urine (oliguria) e presenza di albumina nelle urine (albuminuria).

Questo stadio può poi evolvere nello "stadio eclamptico" o "accesso eclamptico" caratterizzato da fasi convulsive con contrazioni tonico-cloniche dei muscoli facciali e successivamente di tutti i muscoli corporei; gli attacchi possono essere unici, ripetersi a distanza o succedersi rapidamente uno in seguito all'altro (male eclamptico estremamente grave).

La terapia si avvale di diuretici, di farmaci antipertensivi, di sedativi, anticonvulsivanti. Si devono tenere sotto controllo le urine e i dati ematici, si deve monitorare l'attività cardiaca e respiratoria, oltre che la pressione arteriosa, sono importanti le norme igienico-dietetiche con controllo frequente del peso corporeo.

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