Per lei voglio rime chiare, usuali: in -are.

Rime magari vietate, ma aperte, ventilate.

Rime coi suoni fini (di mare) dei suoi orecchini.

O che abbiano, coralline, le tinte delle sue collanine.

Rime che a distanza (Annina era così schietta) conservino l'eleganza povera,

ma altrettanto netta. Rime che non siano labili Anche se orecchiabili.

Rime non crepuscolari, ma verdi, elementari.

(G.Caproni, Poesie)

GIORGIO CAPRONI ( 1912-1990 ) nacque a Livorno, ma soggiornò a Genova e a Roma, dove svolse l'attività di insegnante elementare. Si dedicò alla stesura di poesie che raccolse in Finzioni, Il passaggio di Enea, Il seme del piangere, ed altre raccolte. Il suo stile è semplice, musicale; i suoi temi ricorrenti sono la vita e la morte, espressi attraverso metafore quali il viaggio e la frontiera. La breve poesia è dedicata alla madre, Annina, che il poeta ricorda con semplicità e freschezza, non senza una nota polemica contro i poeti "crepuscolari", la cui poesia era caratterizzata da toni dimessi, semplici, da temi intimistici e da sentimenti piccoli e umili.