Ho, come tutte le mamme credo, il problema di educare mio figlio e soprattutto di fargli capire cosa si può fare e cosa non si può, per ragioni di sicurezza e di opportunità. Ma trovo molto difficile comunicare con lui (ha due anni): quando gli dico che una cosa non va fatta, lui apposta la fa e con maggior insistenza. Ho provato a spiegarmi, a gridare, a dargli delle sberlette sulle mani (oltre non ce la faccio), a immobilizzarlo, il tutto con risultati pressoché nulli. Sto da qualche tempo sperimentando e con notevole successo un'altra via, quella dell'ipergratificazione. Lo sgrido ancora quando fa una cosa in modo scorretto, ma gli dico bravo e gli batto le mani quando la fa in modo corretto (come bere senza rovesciarsi addosso l'acqua). In questo modo lui, per ottenere la gratificazione, tende a compiere il gesto nella maniera giusta. Un grosso problema è sempre stato farlo mangiare, ora al momento del pasto gli pongo di fronte il suo orsetto di peluche e fingo di imboccarlo, poi mi rivolgo a mio figlio e gli dico:"Vedi che lui non è capace di mangiare, fagli vedere invece come sei bravo tu", e poi all'orsetto:"Guarda come è bravo Simone, tu non sei capace". Ho ottenuto dei risultati davvero sorprendenti, mio figlio mangia con gusto e piacere e il momento del pasto è divenuto un occasione di divertimento. Io però mi chiedo se il mio metodo sia corretto dal punto di vista educativo, se questa ipergratificazione non possa in qualche modo favorire in lui atteggiamenti narcisistici o di competitività che possano in seguito influire negativamente nella socializzazione con gli altri bambini.

Ottime scelte! Non si tratta di "ipergratificazione", ma di esempi reali che confermano il successo personale nella riuscita dei gesti e nella comprensione dei concetti. La personalità ne sarà arricchita ed il bambino non avrà senso di frustrazione e di incapacità.

Bisogna ricordare che a due anni i bambini attraversano un periodo particolare di affermazione del "sé" che passa spesso attraverso la negazione delle cose piuttosto che l'accettazione. Perciò l'educazione con l'esempio, il ragionamento comparativo ed anche la gratificazione sono più efficaci della sgridata o della punizione.