Un prezioso contributo da una affezionata lettrice: Carmela Tiziana Pulpito in Sanseverino è avvocato, specializzata in diritto di famiglia, e certamente è la persona più adatta per illustrare ai nostri lettori i principali aspetti dell'adozione e consigliare come superare i numerosi problemi. La ringraziamo per la collaborazione.
Tante sono le domande che si pongono coloro che vengono a contatto con questo delicato argomento: qui di seguito si tenterà di dare alcune risposte.
Che cos'è l'adozione?
Innanzi tutto va chiarito un equivoco. L'adozione non è un istituto previsto in favore degli adulti, ma è una previsione legislativa nata per tutelare i minori in stato di abbandono. È quel particolare "mezzo" previsto dal nostro legislatore per provvedere alle cure che mancano e che dovrebbero essere assicurate a ciascun minore per il suo allevamento e la sua preparazione alla vita. Con ciò il legislatore ha inteso tutelare in primis il minore, e non di converso assecondare il desiderio a volte egoistico di coloro che desiderano avere un figlio a tutti i costi. Proprio per questo l'iter burocratico a volte appare lungo e farraginoso, ma a ben guardare, in linea di massima, esso risponde alle finalità desiderate.
Chi può adottare?
La legge concede l'adozione soltanto alle coppie di coniugi uniti in matrimonio da almeno 3 anni, tra i quali non vi sia separazione personale, neppure di fatto; ciascuno degli adottanti deve superare di non meno 18 anni e non più di 40 anni l'età dell'adottando. Possono altresì adottare coloro che hanno già figli o che abbiano in adozione altri minori.
Importante è sottolineare che la domanda che si andrà a formulare è da considerare soltanto come la proposizione di una disponibilità generica ad adottare un minore e non come una precisa richiesta in cui vengano puntualizzati dettagli o requisiti quali l'età, il sesso od altro. Naturalmente verrà vagliata l'idoneità della coppia ad educare, istruire, e mantenere il minore che vorrà adottare.
Occorre sottolineare che pur avendo tutti i requisiti non è detto che necessariamente si sia scelti come coppia ideale, purtroppo le valutazioni vanno ben al di là di puri dati statistici o di un congruo conto in banca. Il giudice cercherà di scoprire le reali motivazioni di questo gesto, e quindi se si è realmente pronti ad un passo di questo genere. A restringere ulteriormente le possibilità di successo si somma il fatto che il numero delle domande è di molto superiore al numero dei minori che possono essere adottati.
Tutto ciò non per scoraggiare ma per dare il giusto peso al passo che si sta per compiere.
Chi può essere adottato?
Possono essere adottati tutti coloro che versano in stato di abbandono e che siano minori di età. All'interno di questa ampia fascia che va dagli 0 ai 18 anni vi sono però delle fondamentali distinzioni. Fino a 14 anni compiuti l'adozione è un provvedimento che viene "imposto" sia pure a vantaggio del destinatario; dopo i 14 anni l'adozione può essere pronunciata soltanto con il consenso dell'interessato. Se il minore ha raggiunto i 12 anni di età deve comunque esprimere il suo parere anche se questo non è vincolante. A discrezione delle autorità anche il minore di età inferiore ai 12 anni può essere ascoltato a patto che ciò non rappresenti un compito troppo oneroso per lui. Nel caso in cui vi siano dei fratelli in stato di abbandono il legislatore suggerisce che siano adottati dalla stessa famiglia e prevede un trattamento preferenziale per quelle coppie che danno una così ampia disponibilità.
Come adottare?
Prima di tutto bisogna armarsi di una grande pazienza, i tempi sono lunghi e possono far vacillare anche i più tenaci, e in dettaglio i passi da compiere sono i seguenti:
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presentare domanda di adozione al tribunale per i minorenni, specificando l'eventuale disponibilità ad adottare più fratelli. Non vi è un numero preciso di domande massime entro cui mantenersi, quindi se ne possono proporre diverse in più tribunali salvo l'obbligo di comunicarlo agli stessi. La domanda è valida solo per 2 anni e poi deve essere rinnovata;
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il tribunale a sua volta disporrà adeguate indagini, valuterà l'attitudine ad educare il minore, la situazione personale ed economica della coppia, la salute, l'ambiente familiare e soprattutto i motivi per i quali si desidera adottare un minore;
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se vi dovesse essere un minore in stato di adottabilità e la coppia di coniugi risponde perfettamente alle sue esigenze il tribunale la convocherà, con i rispettivi genitori se in vita e valutate le reciproche disponibilità disporrà l'affidamento preadottivo e le sue modalità. Normalmente questo provvedimento è disposto per 1 anno ed in questo periodo verrà valutata l'attitudine dei coniugi ad essere genitori ed il reale inserimento del minore all'interno della nuova famiglia;
- trascorso questo lasso di tempo, (....finalmente), il giudice risentite le parti emana il provvedimento di adozione e per effetto di ciò il minore acquista lo stato di figlio legittimo e assume e trasmette il cognome di coloro che lo hanno adottato, tagliando ogni ponte con la famiglia di origine. Nessuno potrà dare notizie o informazioni sul rapporto di adozione esistente, né risulterà mai da semplici certificati.
... ed infine alcune indicazioni
Diffidare di coloro che vi prospettano tempi brevi e adozioni facili, magari previo il pagamento di somme di denaro.
Non è così difficile come sembra, ma si consiglia di rivolgersi ad associazioni riconosciute, cooperative sociali o ad un legale esperto e magari specializzato in diritto di famiglia. Ricordarsi sempre che i bambini non sono in vendita e di conseguenza non si comprano, chiunque prospetti un'ipotesi di questo genere può solo illudere o peggio far passare un sacco di guai con la giustizia a chi crede alle sue parole.
Ogni nuovo nato anche se abbandonato ha diritto ad una famiglia ed è nostro dovere, se ne abbiamo la possibilità, di aiutarlo ad essere un adulto felice. Ricordiamoci bene, però, che siamo noi che aiutiamo lui. In caso di adozione realizzata occorrerà pensare a questo figlio come se fosse realmente nostro, non è un elettrodomestico che in caso di cattiva riuscita è possibile riportarlo indietro. Anche i figli adottati come quelli generati in proprio daranno problemi, ansie e forse delusioni, ma non è forse questa la scommessa dell'essere genitori?
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