Emma ha venticinque giorni e viene esclusivamente allattata dalla mamma. Non abbiamo stabilito orario e durata delle poppate ma ci rimettiamo alla richiesta della bimba. A volte le poppate si alternano a distanza di 2-3 ore (durano 10-15 minuti) mentre altre volte si protraggono con brevi interruzioni per alcune ore. Sembra che Emma non sia mai sazia, e piange disperata se non le viene offerto il seno anche se ha appena finito di poppare. Solo in alcuni casi dopo essersi attaccata rifiuta il seno perché è sazia, ma continua subito dopo a richiederlo (volevamo farla attaccare ad un seno vuoto ma sono sempre pieni e lei rifiuta il ciuccio). La crescita é regolare (dalla dimissione dell'ospedale é cresciuta di 530 g nelle prime due settimane). Il dubbio é se il latte sia sufficientemente sostanzioso visto che deve prendere in grande quantità. Come é possibile verificarlo?

Quando un lattante viene alimentato al seno, è opportuno non seguire orari rigidi per le poppate, ma è consigliabile alimentare il bambino quando questi dimostra di essere affamato, secondo una modalità di allattamento materno che viene detta "a richiesta". Ma allattare a richiesta non significa una completa anarchia: vanno comunque rispettate alcune regole di comportamento, dettate dall’esperienza e dal buon senso.

Ad esempio, ad eccezione dei primi 10-15 giorni di vita, quando la produzione di latte non si è ancora regolarizzata, è consigliabile avere orari abbastanza elastici, ma con un intervallo di almeno due ore tra un pasto e l’altro per non rischiare di dare al piccolo abitudini che alla lunga possono essere pesanti da sopportare da parte della madre. l piccolo inoltre non va mai svegliato per farlo mangiare anche se sta dormendo da 5-6 ore di seguito.

Uno dei timori più diffusi nelle mamme è di sapere se il proprio latte è più o meno nutriente. L’ansia legata alla responsabilità di essere l’unica fonte di nutrimento del proprio bambino spinge qualche volta la madre a far analizzare il proprio latte.

Tale esame non è di alcuna utilità perché la composizione del latte materno è estremamente variabile. Infatti il latte si modifica durante la stessa poppata per cui è più liquido all’inizio (quando è costituito soprattutto da acqua e zucchero), arricchendosi successivamente di proteine per poi diventare più denso verso la fine della poppata, quando aumenta notevolmente la concentrazione dei grassi che sono quelli che favoriscono il senso di sazietà del lattante.

Il latte materno inoltre è diverso nelle varie ore della giornata per cui, ad esempio, al mattino ha un contenuto di grassi più elevato rispetto al resto della giornata. Il campione di latte inviato in laboratorio non fornisce di conseguenza alcuna informazione necessaria per giudicare la qualità del latte. Il latte materno, se la mamma ha un’alimentazione ben bilanciata con presenza equilibrata di lipidi, proteine e glucidi, è sicuramente completo dal punto di vista qualitativo.

La quantità di latte per pasto, così come la durata stessa del pasto, non hanno quindi particolare interesse. L’unico parametro per giudicare se il latte della mamma è sufficiente alle esigenze nutrizionali del suo piccolo è il controllo settimanale del peso che, nel caso in questione, ha dimostrato un accrescimento ponderale ottimale.