Ho un bambino di 16 mesi al quale a 9 mesi è stata riscontrata una bronchiolite che si è risolta, ma nonostante tutto il bimbo continua ad ammalarsi e gli viene il broncospasmo. La cura attuale sono aereosol di cortisone e broncodilatatore. Volevo sapere gli effetti collaterali che potrebbe avere con l'uso prolungato di questi farmaci e se vi sono esami particolari per verificare eventuali danni. La guarigione sarà permanente oppure rimarrà per sempre questa fragilità bronchiale?
Gentile Signora, vediamo se riesco a chiarirLe qualche dubbio. Partirei dalla sua ultima domanda: Lei ha usato una parola suggestiva "fragilità bronchiale" e ha centrato il problema. In effetti il punto chiave delle bronchiti "con il fischio" è la tendenza del bronco a chiudersi e infiammarsi (cosa che viene detta labilità bronchiale). Il bronco labile va incontro a ostruzione se viene in qualche modo stimolato, per esempio da virus, infezioni batteriche, allergeni, irritanti non propriamente allergici, aria fredda, corsa, fattori emotivi; a volte è in gioco anche un reflusso di succo gastrico che risale dallo stomaco.
Suo figlio quindi forse ha una labilità bronchiale e la bronchiolite [che, ricordiamo, è l'associazione di una bronchite con l'asma. NdR] avuta a 9 mesi è stata la sua risposta a dei virus particolari. Ora va ancora incontro a episodi di broncospasmo: bisognerebbe vedere se sono in giochi altri fattori. Posso con ragionevole certezza tranquilizzarla sulla terapia con l'aerosol. Le dose usuali di derivati del cortisone per via inalatoria non hanno importanti effetti collaterali (e di questo argomento si è discusso parecchie volte in recenti congressi). Vorrei invece segnalarLe che è in discussione il COME fare l'aerosol.
E' stato dimostrato che se non si usa un apparecchio più che buono (mai ultrasuoni), calcolando quello che resta nell'ampolla, quello che viene perduto mentre il bambino espira, quello che rimane in bocca o nei grossi bronchi, ai polmoni arriva solo il 15% del farmaco. Se il bambino non collabora perfettamente ai polmoni ariva solo il 2% del farmaco. Oggi si preferisce usare gli spray con particolari distanziatori: la terapia è meno difficile, meno noiosa e più efficace.
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