La pelle è formata da diversi strati sovrapposti, ognuno dei quali riveste un ruolo preciso. L'epidermide è lo strato più superficiale, quello esposto permanentemente all'ambiente esterno. Si tratta di un tessuto dinamico che si rigenera continuamente e che rappresenta una vera barriera contro la penetrazione di sostanze estranee: microbi, fattori inquinanti, impurità, polveri ecc.. Contiene inoltre i melanociti, cellule che producono la melanina, la sostanza da cui dipende il colore della pelle, e che hanno la funzione di fungere da schermo nei confronti dei raggi solari. Il secondo strato cutaneo si chiama derma ed è la struttura che dà nutrimento alla pelle. È costituito da una parte superficiale formata da piccole prominenze chiamate papille, che assumono l'aspetto di creste e che sono ben visibili all'estremità delle dita dove formano le cosiddette impronte digitali.
La parte più profonda del derma conferisce invece alla pelle elasticità e resistenza. All'interno del derma si sviluppano i follicoli piliferi (da cui crescono, a secondo della loro posizione, i peli e i capelli), e le ghiandole cutanee: le ghiandole sudoripare, che secernono il sudore, e le ghiandole sebacee, che producono una specie di olio denso chiamato sebo, che rappresenta un lubrificante naturale della pelle. Il sebo ed il sudore insieme formano sull’epidermide uno strato sottile detto film idrolipidico, che rende la pelle morbida, resistente ed impermeabile.
Lo strato più profondo della cute si chiama ipoderma e ha fondamentalmente il compito di proteggere gli organi dai traumi e dalla dispersione di calore, oltre alla presentare una riserva energetica che si deposita sotto la superficie della pelle come fosse una morbida imbottitura. La pelle della neonato e del lattante, a differenza di quella dell'adulto, non è ancora completamente formata ed è perciò piuttosto fragile.
La conoscenza delle sue caratteristiche aiuta a seguire un buon programma di igiene. Al momento della nascita la pelle, molto sottile ed estremamente delicata, appare completamente ricoperta da una membrana protettiva, la cosiddetta "vernice caseosa", formata da sebo e da cellule desquamate, che è servita fino ad allora come protezione contro la macerazione provocata dal liquido amniotico.
La secrezione di sebo diminuisce rapidamente dopo la nascita e la sua carenza è la principale causa della secchezza cutanea del bambino. Nei primi mesi di vita l'epidermide, ancora piuttosto sottile poiché ha uno spessore che è circa la metà di quella dell'adulto, non è in grado per il momento di garantire un efficace protezione e di conseguenza l'assorbimento di sostanze estranee (come possono essercene in molti prodotti applicati sulla cute, dalla creme ai latti, dagli shampoo agli oli detergenti) è un fenomeno di notevole importanza.
La superficie cutanea del bambino, in rapporto al suo peso, è inoltre relativamente più estesa rispetta a quella dell'adulto, e ciò può comportare una maggiore concentrazione di sostanza assorbita attraverso la pelle, moltiplicando le possibilità di assorbimento di tutto ciò che viene applicato sull’epidermide e aumentando, di conseguenza, i rischi di inconvenienti dovuti all'uso di prodotti cosmetici non adatti. Da ciò deriva la necessità di usare solo prodotti di aziende serie, rigorosamente controllati e sperimentati clinicamente.
La scarsa sudorazione dei primi mesi di vita condiziona una termoregolazione insufficiente ed una facilità al colpo di calore, mentre la scarsa produzione di melanina porta come conseguenza ad una scarsa protezione nei confronti dei raggi del sole facilitando la comparsa dei colpi di sole e degli eritemi solari.
La proliferazione dei microbi e le infezioni sono poi facilitati dall'assenza di acidità cutanea, dal modesto potere immunitario della pelle e dalla scarsità della flora batterica. La nostra pelle non è infatti fisiologicamente sterile, ma alberga numerosi microorganismi "buoni", alcuni dei quali producono sostanze antibiotiche naturali in grado di impedire lo sviluppo di vari germi patogeni: la colonizzazione microbiologica della cute umana avviene però solo dopo la nascita e soltanto dopo 6-7 settimane di vita la flora cutanea del bambino è simile, almeno dal punto di vista qualitativo, a quella dell’adulto. Oltre a ciò la estrema fragilità della pelle del lattante aumenta i rischi legati al contatto prolungato con fattori irritanti quali urine, feci, pannolini, biancheria, prodotti da toeletta.
La pulizia periodica dell'area del pannolino va perciò eseguita frequentemente, tutte le volte che bambino è bagnato o sporco, per evitare che un contatto prolungato con gli escrementi possa infiammare ed irritare la fragile cute. Nel lattante è frequente infatti la dermatite da pannolino, una irritazione della pelle del sederino e dei genitali, causata dal contatto prolungato con le feci e le urine (in particolare con l'ammoniaca presente nella pipì), che alla lunga macerano la pelle provocando arrossamenti, spesso dolorosi quando si toccano, qualche volta accompagnati da vesciche e piaghe.
Per prevenire l’eritema dell'area del pannolino la pelle va lavata, ad ogni cambio, con acqua tiepida, ricordando di eseguire la pulizia, nelle femmine, dall’avanti all'indietro, in modo da evitare di trasportare sostanze irritanti dalla regione anale a quella vaginale.
Per la pulizia ci si può servire di batuffoli di ovatta (ma mai di spugne, che sono assolutamente antigieniche per questo impiego poiché si impregnano di sporcizia), aprendo e pulendo con cura tutte le pieghe. La cute va poi asciugata per contatto applicando successivamente una pasta protettiva, contenente ossido di zinco, in grado di formare un’efficace barriera contro l'umidità e le sostanze irritanti
La quantità di acqua che è contenuta negli strati più profondi della pelle è molto importante perché ad essa si deve la delicatezza e l'estrema fragilità della pelle del bambino, ma anche la scarsa resistenza e la poca tonicità.
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