1° domanda: la mia nipotina di nove anni già da qualche anno digrigna i denti di notte. Quali sono i rischi per il protrarsi di questo comportamento? E' il caso di consultare uno specialista?

2° domanda: sono la mamma di un bambino di sette anni che nell'ultimo anno soffre di bruxismo. Il bambino è calmo e apparentemente sereno; anche se io lavoro tutto il giorno la sera parliamo molto e, prima di andare a dormire, da sempre gli leggo una fiaba. Ultimamente però sto notando che durante la notte digrigna i denti ancora più di prima, e, anche se i suoi sono ancora dentini da latte, i canini si stanno iniziando a consumare. Che cosa mi potete consigliare ed, eventualmente, se c'è la necessità, a che tipo di specialista dovrei rivolgermi?

Il digrignamento dei denti per periodi di tempo prolungati nell'arco delle 24 ore, ma senza significato funzionale, ossia in assenza di cibo, viene definito con il termine medico di "bruxismo". E’ un fenomeno estremamente frequente in età adulta, ma che è possibile riscontrare anche in età pediatrica. Può osservarsi in tutte le diverse fasi della crescita di un bambino: infatti, fin dalla eruzione dei denti da latte, è possibile notare, anche per un periodo di tempo limitato, una iperfunzione masticatoria, prevalentemente condotta con movimenti di lateralità, scatenata da fattori irritativi locali (la stessa eruzione dentaria) e affettivi, senza che ciò provochi alcun problema ai denti del piccolo. Il bruxismo che compare in epoca più avanzata (in fase di dentizione mista) è di solito molto più marcato e difficile da controllare. Il bambino digrigna i denti mentre dorme e in casi particolarmente gravi il comportamento è presente anche durante il giorno. Questo può portare ad abrasione delle superfici dentarie, e può anche essere causa di indolenzimento dei muscoli masticatori (il massetere ed il temporale), spesso con dolore a carico dell'articolazione temporo-mandibolare.

La causa esatta del bruxismo è sconosciuta e le diverse ipotesi che sono state formulate chiamano in causa fattori locali, sistemici e psicologici. I fattori locali sono rappresentati da interferenze nei contatti delle superfici occlusali dei denti per effetto di otturazioni incongrue o di perdita di struttura dentaria da processi cariosi oppure come conseguenza di fattori irritativi come le pericoronariti acute e le gengiviti. Le cause sistemiche includono invece i parassiti intestinali, le carenze nutrizionali subcliniche, le allergie e disturbi del sistema endocrino. Le ipotesi psicologiche prendono in considerazione i disturbi della personalità o le condizioni di stress. Il bruxismo è frequente in bambini affetti da importanti disturbi neurologici come le paralisi cerebrali infantili o le encefalopatie, oppure che presentano una qualche forma di ritardo mentale.

Recentemente è stata segnalata un’associazione con alcuni disturbi del sonno come il parlare mentre si dorme, il fare la pipì nel letto, i crampi notturni.

La terapia prevede innanzitutto l'identificazione e il trattamento delle cause scatenanti: in primo luogo dovrà essere effettuato un controllo odontoiatrico per rimuovere le interferenze occlusali e per eliminare le eventuali cause infiammatorie a livello orale. Qualora non sussistano fattori locali scatenanti occorrerà escludere un'origine sistemica o una motivazione psicologica. Una volta avvenuta l’eruzione dei denti permanenti per prevenire l'usura degli stessi dovuta all'abrasione, potrà essere valutata, dopo attenta analisi ortodontica, l'applicazione di una placca in resina soprattutto durante la notte.

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