Il mio bambino di tre anni frequenta la scuola materna. All'età di un anno l'ho inserito all'asilo nido ma, da subito, ha iniziato (e tuttora lo fa) ad ammalarsi spesso. Posso fare qualcosa per far si che si ammali di meno?

Le infezioni ricorrenti delle vie respiratorie rappresentano uno dei problemi più comuni in età pediatrica. E' una patologia limitata ad una determinata fascia di età, quella che va dai due ai sei anni di vita, in altre parole il periodo dell'asilo nido e della scuola materna.
Si tratta di infezioni (in genere banali raffreddori che si accompagnano a tosse, mal di gola e a forme simil-influenzali) che compaiono con l'apertura degli asili (a settembre) e che si ripetono fino all'arrivo della primavera. Questo perché il sistema immunitario di un bimbo piccolo è ancora immaturo e la mancanza di precedenti contatti con vari agenti patogeni (soprattutto virus e, meno frequentemente, batteri) fa sì che compaiano questi tipi di infezione quando il bambino inizia a frequentare altri coetanei.
Soggiornando a lungo in ambienti chiusi, come lo sono l'asilo nido e la scuola materna, è infatti molto più facile che si verifichi il contatto con altri bimbi malati e quindi la diffusione di germi, tramite il contatto diretto con il muco del naso e/o la saliva del paziente infetto, oppure attraverso le goccioline respiratorie che vengono sparse nell'ambiente con i colpi di tosse e gli starnuti o anche semplicemente parlando o gridando.
Se da una parte il frequentare una comunità di bambini aumenta in modo significativo la probabilità di infettarsi, anche la presenza in famiglia di altri fratelli piccoli, che a loro volta portano in casa da scuola ulteriori germi, può contribuire a far ammalare un bambino, anche quando se ne sta a casa con la mamma: è noto infatti che i secondo o terzogeniti statisticamente iniziano ad ammalarsi più precocemente del primogenito.
Il problema delle infezioni ricorrenti delle vie respiratorie ha raggiunto progressivamente una rilevanza maggiore in coincidenza con una sempre più precoce socializzazione dei bambini italiani in comunità numerose.
Di solito queste forme infettive non portano ad importanti conseguenza cliniche, ma sicuramente interferiscono in maniera cospicua sul benessere del bambino e rappresentano indubbiamente un motivo di allarme e di disagio psicologico per tutta la famiglia; da non dimenticare il costo sociale di tali infezioni, sia in termini materiali che di tempo perso (perdita di giornate lavorative da parte dei genitori impegnati ad assistere il bambino, assenze da scuola del piccolo, spese per farmaci).
Per prevenire le infezioni ricorrenti delle vie respiratorie, proprio per la loro benignità ed ineluttabilità, non c'è molto da fare. Sicuramente può servire l'abituare il bambino a respirare non con la bocca, ma con il naso: l'aria inalata, soprattutto quella fredda della brutta stagione, a contatto della mucosa nasale viene riscaldata ed umidificata e vengono inoltre arrestate le impurità e gli agenti patogeni (virus e batteri) presenti.
È sicuramente utile prevenire il ristagno del muco nasale, che è spesso un fattore che favorisce la comparsa di otiti, attraverso frequenti lavaggi delle cavità nasali con abbondante soluzione fisiologica.
E' consigliabile evitare gli sbalzi di temperatura non coprendo troppo il bambino ed è certamente utile mantenere un buon grado di umidità in casa durante la stagione fredda, quando il calore proveniente dai termosifoni spesso rende secca ed irritante l'aria che si respira.
Anche l'inalazione passiva del fumo di tabacco e l'inquinamento dell'aria che si respira in città contribuiscono alla comparsa delle infezioni delle vie respiratorie e perciò va quantomeno evitato di fumare in casa.
Infine è sempre più di attualità il vecchio consiglio della nonna di lavarsi spesso le mani: è dimostrato da numerosi studi scientifici che questo provvedimento limita la diffusione delle infezioni non solo in ambiente ospedaliero, ma anche a casa, nelle scuole e in tutti gli altri luoghi in cui si verifica uno stretto contatto fra le persone.
Le mani infatti sono in grado di veicolare quasi tutti gli agenti infettivi, in quanto i germi che si diffondono per via aerea (con i colpi di tosse o con gli starnuti) tendono a ricadere sulle superfici contaminandole e qui possono sopravvivere per molte ore. Ecco allora che alcune abitudini tipiche dei bambini (ma non solo) come mettersi le mani in bocca o nel naso oppure stropicciarsi gli occhi rappresentano un’ulteriore fonte di diffusione e trasmissione dei virus e dei batteri.