Raccogliamo due contributi dei nostri lettori, uno evidentemente a favore e l'altro contro la vaccinazione. La nostra posizione è evidente, ma comunque li sottoponiamo alla vostra riflessione.

In data 14 marzo u.s. mia moglie ha accompagnato nostro figlio Vito di 9 mesi al Distretto Sanitario di Policoro (MT) per effettuare un richiamo del vaccino antiemofilo [nome farmaco]. Il prodotto è stato regolarmente acquistato in farmacia dietro impegnativa del pediatra di base. Il medico di turno ha sollevato numerose obiezioni del tipo: "Questo vaccino a che serve?", "E' il caso di inocularlo al bambino?", "E' una responsabilità troppo grossa per il nostro laboratorio". E' da precisare che due mesi fa un altro medico della stessa struttura non aveva sollevato alcuna obiezione, eseguendo volentieri la somministrazione della prima dose.

Mia moglie, dopo essere stata anche invitata a rivolgersi al pediatra di base per procedere alla vaccinazione, si è dichiarata disposta a sottoscrivere una dichiarazione a favore dell'ufficiale sanitario, al fine di liberarlo da ogni responsabilità in caso di eventuali complicazioni e reazioni anafilattiche. A quel punto il medico ha finalmente acconsentito e, rifiutando detta dichiarazione liberatoria, ha inoculato il vaccino. Ho provveduto ad avvisare telefonicamente la Regione Basilicata - Assessorato all'Igiene, nonché il Responsabile del Servizio Igiene e Profilassi della ASL di Montalbano Jonico, competente per territorio, per far presente che non è possibile che si riscontrino resistenze di siffatta portata proprio da parte di quei sanitari chiamati a salvaguardare la salute pubblica; ho avuto il piacere di trovare delle persone estremamente gentili ed assai preparate, che mi hanno tranquillizzato circa lo stato dei programmi di vaccinazione della Regione Basilicata.

E' stata istituita da pochi giorni una Commissione ad hoc, nell'ottica di procedere in breve tempo ad una profilassi di massa dei neonati anche per quanto riguarda le vaccinazioni facoltative, in ottemperanza a quanto disposto da una recente circolare del Ministero della Sanità. Preciso inoltre che mio figlio è affetto da ipotiroidismo congenito e che gli stessi sanitari del reparto di Endocrinologia infantile del Policlinico di Bari, ci avevano fornito convincenti delucidazioni circa l'opportunità di sottoporre il bambino alla vaccinazione contro le malattie da "Haemophilus influenzae di tipo b". Del resto ero a conoscenza del dramma vissuto a Piombino (LI) da un mio collega, che aveva perso l'unico figlio di 4 anni per una epiglottite da "emofilo".

Scrivo la presente lettera esclusivamente al fine di rendere manifesto il sussistere di problematiche di questo genere; mi auguro che in breve tempo l'opinione pubblica - ivi compreso il ceto medico - possa finalmente comprendere che immunizzare i propri figli anche dalle malattie meno conosciute, ma non per questo meno temibili, è un gesto di amore, civiltà e progresso. (lettera firmata) Sono rimasto fortemente turbato dalla notizia, letta su televideo, che in Umbria un tribunale ha tolto temporaneamente la patria potestà ad una famiglia per il fatto che si rifiutavano di sottoporre i figli alle vaccinazioni obbligatorie. A seguito di anni di studi, convegni e lettura di opere di illustri immunologi e ricercatori non legati a case farmaceutiche, sono giunto alla conclusione (peraltro logica per chiunque abbia voglia e soprattutto interesse a documentarsi) che le vaccinazioni non sono altro che un gratuito attentato al sistema immunitario. L'ultimo dato emesso a riguardo dalla FDA (food and drug administration) americana, segnala che nel periodo 1993/96, 7000 bambini americani sono morti a seguito di reazioni avverse ai vaccini ed altri 333.000 hanno avuto danni permanenti. Un altro dato interessante viene dal Giappone, dove i casi di "sindrome da morte improvvisa" sono virtualmente scomparsi, immediatamente dopo che l'età delle vaccinazioni obbligatorie è stata spostata dai due mesi di vita ai due anni. (lettera firmata)

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