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Utilizzando il Boel-test, il Pediatra è in grado di avere informazioni sull'udito e sulle capacità uditive e motorie del neonato. L'esame va fatto dai 7 ai 9 mesi.
a cura di: Dott. Guido Vertua (pediatra)
Mio figlio Matteo, di 8 mesi e mezzo è stato sottoposto oggi, alla ASL, al Boel Test, ed è risultato "rivedibile": agli stimoli sonori ha risposto sempre, ed in particolar modo dall’orecchio destro, con un certo ritardo; a parte il fatto che ci è stato suggerito di farlo visitare per accertare che non abbia in corso un raffreddore o un otite, è capitato che allo stimolo non del campanellino ma di un sacchetto di cellophane stropicciato Matteo ha risposto immediatamente, per cui la dottoressa ci ha detto che, a meno di qualche cosa di momentaneo (sonno, ecc.) potrebbe avere qualche ritardo nella attenzione uditiva. Che cosa vuole dire, e che cosa implicherebbe sullo sviluppo di Matteo?
Il Boel test è un test comportamentale in grado di fornire informazioni non solo sull’udito del bambino, ma anche sulle sue capacità uditiva e motoria. Il termine "Boel" è un acronimo derivante da una frase in lingua svedese, il cui significato in italiano è "orientamento dello sguardo dopo stimolo sonoro".
L’età ideale per l’esecuzione va dai 7 ai 9 mesi, che nel neonato pretermine vanno calcolati a partire dalle 40 settimane postconcezionali. Si richiede solo un ambiente il più possibile tranquillo.
L’attrezzatura utilizzata è molto semplice: un bastoncino rosso (gripper) e due anelli ruotanti concentrici (spinner), per attirare l’attenzione visiva; due coppie di campanelli d’argento (balls e bells) che emettono suoni di frequenza compresa tra 4.000 e 12.500 Hz e di intensità non superiore a 45 decibel a 20 cm dalla fonte sonora.
Le modalità di esecuzione sono le seguenti:
Punti critici del test, correlati con l’esperienza dell’esaminatore, sono:
Nel caso di suo figlio è perciò necessaria una ripetizione del Boel test prima di trarre conclusioni affrettate.
1/9/1997
12/1/2018
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sono una logopedista specializzata nella rieducazione del linguaggio per le sordità infantili. mi fa piacere leggere di pediatri attenti a problematiche "subdole" come la sordità. sono dell'avviso che il pediatra è il miglior referente per la famiglia dei neonati e che potrebbe avere in uso dei questionari proprio sulle primissime fasi dello sviluppo del linguaggio in modo da evincere facilmente indici di ritardo dello stesso.
riccardi simona (NA) 24/02/2011