Vi scrivo affinché mi aiutiate ad interpretare il comportamento di mio figlio che ha tre anni e mezzo e frequenta la scuola materna. Dopo un primo periodo di comprensibile rifiuto dell'ambiente scolastico ha cominciato ad accettarlo e ad andarci abbastanza volentieri.
L'insegnante mi dice che si sta inserendo gradualmente nel gruppo con il quale svolge attività ludiche. Il problema sta proprio in questo perché sembra che, durante la fase di gioco, il bambino si dimostri alquanto esaltato ed eccitato fino a sfociare in comportamenti "pericolosi" per i compagni come, per esempio, scagliare gli oggetti verso di loro oppure gettarsi con forza addosso a loro, il tutto senza rendersi conto minimamente del rischio che fa correre. Oltretutto l'insegnante mi dice che, quando comincia a comportarsi così, non c'è niente che riesca a fermarlo finché il compagno "bersagliato" non reagisce con le mani. Non sembra che faccia ciò per aggressività o per rabbia ma solo per un eccesso di esuberanza tanto è che si diverte anche ("Matteo fa bum" questo è quello che dice), tuttavia sembra che sia un comportamento da fargli evitare. Voi come interpretate ciò? È un atteggiamento normale che hanno anche altri bambini o è effettivamente da correggere come mi dice l'insegnante?
È un atteggiamento assolutamente da correggere, ma sono pochi i dati per darti un aiuto su come farlo. Si è mai comportato così prima di allora? Ha un fratello con cui confrontarsi a casa, col quale si comporta in modo aggressivo o ha goduto lui da solo di tutto il vostro affetto? L'inizio della scuola materna corrisponde con la ripresa del lavoro della mamma? O con la nascita di un fratello? Ha mai frequentato altre comunità come il nido o è la prima volta? In famiglia sussiste un clima sereno o gli capita spesso di assistere a diverbi tra genitori?
Esamina tutti gli aspetti possibili che possano spiegare un suo comportamento di sfida, di aggressione. Aiutalo a capire che non verrà mai abbandonato da voi genitori e, con una certa fermezza, fagli capire che è sbagliato comportarsi in quella maniera. Ho l'impressione che non conosca dei limiti (probabilmente è un figlio unico abituato a non dover condividere con nessuno i propri giochi e le attenzioni degli adulti) perché solo nel momento in cui l'altro reagisce con le mani si ferma. Devi fargli capire che se vuole avere degli amici non deve essere aggressivo.
Aiutalo standogli vicino, ma anche ponendo dei secchi divieti e negazioni di vario genere: io penso che il castigo, se ben motivato, possa essere proficuo. Infine abbrevia, se possibile, la frequenza giornaliera della scuola, nel senso di ritirarlo alla prima uscita, in modo da potersi riposare a casa, finché non migliora la situazione. Ci vorrà un po' di tempo ma, quando avrà raggiunto un equilibrio, tutto andrà bene. Soltanto nel caso in cui questi accorgimenti non siano sufficienti è il caso di rivolgersi ad uno psicologo. Non demoralizzarti: come insegnante ho affrontato un caso simile. Ci è voluto parecchio tempo, ma poi la situazione si è risolta, grazie anche ad una stretta collaborazione tra insegnanti e genitori.
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