Mio figlio di quatro anni non accetta e si rifiuta di andare alla scuola materna. La mattina la prima cosa che mi domanda è che giorno è, e se dovrà andare a scuola, e la sera si addormenta con lo stesso pensiero. Ogni mattina si inventa una scusa per non andarci (mal di pancia, mal di orecchie...) e fa di tutto per perdere tempo. Una volta arrivato a scuola, si dispera e inizia a piangere per futili motivi (se dimentica il giochino a casa, se fa un po' di pipì fuori dal water, se non c'è la sua maestra preferita...) e sono inutili i nostri tentativi di calmarlo e rassicurarlo. Spesso si lamenta di una sua compagna che gli fa i dispetti: io lo esorto a reagire andando a riferirlo alla maestra o invitandolo a dire alla bimba che non si fa ma, a quanto pare, la situazione non si è mai risolta. Le maestre dicono che ha la tendenza ad isolarsi e, nonostante i loro ripetuti tentativi di coinvolgerlo, appena ne ha l'opportunità, si defila. Inoltre mi dicono che è chiuso, anche se è interessato alle attività, che però non implichino un rapporto con gli altri. Ha spesso il magone durante la giornata e non aspetta altro che arrivi il momento dell'uscita. Ma lui non è così a casa: è molto solare, sempre allegro e mi racconta tutto quello che fa a scuola, anche con un certo entusiasmo. Ma spesso mi chiede "ma devo proprio andare tutti i giorni a scuola?". Insomma, non so cosa fare per aiutarlo. Inutile dire che è uno strazio vederlo così e sapere che a scuola non va volentieri e ci sta male. Cerco di non assecondare questa sua propensione, minimizzo i suoi "finti mali" e cerco di andare a fondo sul motivo di questo suo rifiuto, ma per ora non ho scoperto granchè. Ieri sera mi ha confidato che tutti i giorni quando è in bagno da solo a fare i bisogni, gli sale la tristezza e piange, perchè è solo e non ci sono mamma e papà con lui. Cosa possiamo fare? Stamattina ho chiesto alla maestra di farlo accompagnare da un altro bimbo più grande quando va in bagno (e comunque, secondo le regole della scuola, così dovrebbe essere il primo anno). Che fare?

La difficoltà deriva in parte dall’età di vostro figlio. Tra i due e i quattro anni il bambino si attacca fortemente alla mamma. Quando si è obbligati a lasciarlo la cosa migliore è di farlo senza per questo sentirsi colpevole nei suoi confronti.

Il fatto di stare in ansia influenza il comportamento di vostro figlio. Se percepisce che voi siete inquieti, è assai probabile che faccia dei capricci. Quindi, occorre comportarsi con calma ed egli riuscirà a superare questa difficoltà, contemporaneamente con l’aumentare dell’età e della maturità affettiva.

Non mi meraviglio se non vuole andare a scuola. Secondo il suo sentimento ancora infantile significa esser mandato via da casa. Occorre una maggiore comprensione del suo punto di vista e di aiuto per comprendere che voi capite i suoi sentimenti.

Se fossi al posto dei genitori, quando il proprio figlio chiede  “domani che giorno è?”, “debbo andare a scuola?”, gli direi: "è un giorno come tanti altri, ma per te ogni giorno è speciale, perché la scuola è quel posto dove tutti noi piccoli e grandi abbiamo vissuto i momenti più belli della propria vita".

Parlerei solo delle belle cose che vivrà e vedrà a scuola e prenderei oggetti scolastici che gli siano familiari, aiutandolo a comprendere i suoi sforzi, facilitandogli il superamento delle sue paure, di rimanere solo e di essere messo in disparte dalla famiglia.

Imparerà poco a poco che esistono altri posti che possono essere piacevoli ed interessanti quanto il calore della propria casa.

Inoltre, occorre dialogare con le insegnanti che notano la tendenza del bambino all’isolamento, affinché, possano fornire al bambino tutti i materiali che hanno la capacità di destare interesse e che sono in grado di aiutare alla socializzazione: disegno, costruzioni, ritagli etc.

Quindi, permettere loro di intervenire attraverso vari strumenti. Gli insegnanti inoltre, per aiutare i bambini con difficoltà, dovrebbero fare a scuola un'ora di insegnamento alla “solitudine”, bisogna imparare a stare soli, solo così si può imparare a stare con gli altri.

Probabilmente il bambino tende ad isolarsi perché, nelle sue insicurezze, tenta di imparare a bastarsi.

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