Un uomo passeggia in una sera ventosa con la figlia piccola. Lei si spaventa per le ombre in movimento provocate dalle fronde degli alberi mosse dal vento.

Il padre le spiega ciò che sta accadendo: c’è vento, gli alberi si agitano e la luce dei lampioni proietta l’ombra dei rami in movimento. La bambina si tranquillizza. Le parole del padre hanno comunicato alla figlia il perché di quella situazione, che prima appariva paurosa.

Una funzione del dialogo è quella di descrivere la realtà e di approfondirne la conoscenza, proprio attraverso lo scambio dei punti di vista. Serve a poco comunicare risposte o rassicurazioni generiche, del tipo “Non preoccuparti, non è niente”, perché abbiamo fretta o siamo stanchi e non abbiamo voglia di elaborare una spiegazione più ragionata.

Il bambino può tranquillizzarsi sul momento, ma non ha la spiegazione di quello che è accaduto, resta in lui un punto di domanda che ritornerà quando si presenterà la stessa situazione.

Occorre dare risposte e spiegazioni adeguate ai bambini quando le chiedono, senza rimandare. Rispondere quando c’è lo stimolo della curiosità o della conoscenza, rassicurare in modo ragionevole, quando insorge la paura, significa condividere con loro quel momento e con ciò rafforzare il legame reciproco.
 

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