Ho un bimbo di tre anni che ultimamente si tocca. Mi fa anche svariate domande alle quali rispondo, ma il problema è che alle volte lo fa davanti alle altre persone. Io non voglio che pensi che stia facendo qualcosa di male, ma devo dirgli di non farlo davanti agli altri. Mica starò facendo solo confusione?

Toccarsi il pisellino è un gesto spontaneo molto frequente nei bambini. Ma di fronte a un comportamento di questo tipo i genitori reagiscono spesso con imbarazzo, non sanno cosa dire e soprattutto sono incerti su quale atteggiamento assumere. E’ perfettamente normale che intorno ai due - tre anni di vita il bimbo, che già da tempo ha iniziato il processo di esplorazione del proprio corpo, inizi a concentrare l’interesse intorno ai suoi genitali, che per i piccoli sono una parte del corpo come un’altra.

Di conseguenza è facile osservare che il maschietto dimostri piacere dallo sfregamento ritmico del pene e che la femminuccia, oltre a mostrare godimento nel toccarsi l’organo sessuale, ricavi piacere stringendo ripetutamente le gambe in modo da avvicinare le due labbra della vagina. Sono gesti spontanei che non hanno i significati che potrebbe attribuirgli un adulto.

La masturbazione è comunque qualcosa di più della normale ispezione dei genitali e può variare come frequenza da bambino a bambino: da una volta alla settimana a più volte al giorno. E’ più facile che si verifichi quando il bambino è annoiato, quando è davanti alla televisione, quando si sente solo o triste ed ha bisogno di essere consolato, quando è sotto stress, quando sta per addormentarsi.

Se il bambino si masturba solo occasionalmente o al momento del sonno, sia pomeridiano che serale, la cosa migliore è lasciarlo tranquillo a giocare con il proprio corpo. Un ragionevole obiettivo è insegnare al piccolo che la masturbazione, anche se è un gesto perfettamente normale, è una cosa riservata, da fare in bagno o nella sua cameretta, da solo, ma non di fronte ad altre persone, nemmeno alla mamma o al papà.

L’errore più comune è invece fargli intendere che il suo atto è osceno, pericoloso, cattivo o immorale: in tal modo, proprio perché proibito, sarà maggiormente invogliato a ripeterlo ed inoltre si potrebbero indurre delle future inibizioni sessuali, convincendolo che la sessualità è qualcosa di "sporco" e non una cosa naturale. Ancora peggio è sgridarlo o impedirgli di toccarsi, magari legandogli le mani: la curiosità e gli impulsi naturali lo porteranno comunque ad esplorare i suoi organi sessuali e lo esporranno a inutili e pericolosi sensi di colpa.

Quando invece il bambino si masturba di fronte ad altri, è opportuno intervenire appena possibile, dolcemente e senza minacce, distraendolo con dei giochi oppure con un’attività o coinvolgendolo in piccole mansioni, facendogli comunque capire che esistono cose che non si fanno in pubblico.

Lo stesso atteggiamento deve essere tenuto da tutti quelli che si prendono cura del bambino e quindi anche dal personale della scuola materna, che dovrà cercare di distogliere il bambino dai momenti di solitudine, invitandolo a giocare con gli altri coetanei. Inoltre occorre ricordare che, se il piccolo tende a isolarsi, spesso è perché ha soltanto bisogno di un maggiore affetto e che i genitori gli dedichino più attenzione durante la giornata.

Con il tempo il piccolo diventerà consapevole della sua sessualità e sarà in grado di assimilare regole e divieti, costruendosi il proprio senso del pudore e comprendendo che comportamenti tollerati in privato, come appunto la masturbazione, non sono accettabili in pubblico, pur non essendo puniti.

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