Il mio bambino (8 anni, pesa 21.4 kg ed è alto m. 1.18 circa) è piuttosto pigro a mangiare, cresce poco, ma in compenso è vivacissimo. È decisamente troppo esile e ultimamente si ammala spesso, almeno due giorni al mese gli viene la febbre altissima, la teniamo sotto controllo con [paracetamolo]. Come posso migliorare questa situazione? Esistono dei ricostituenti efficaci? Avrà dei problemi di crescita?

Il bambino con disturbi di crescita rappresenta per il pediatra sempre una sfida diagnostica, in quanto occorre differenziare il bambino piccolo di "costituzione" da quello con patologia in corso.

Occorre quindi introdurre il discorso sui "centili" (vedi la risposta già trattata su MAMMAePAPÀ) per poter capire se un bambino ha dei veri problemi di crescita.

Se un bambino ha una curva di crescita graduale e costante, in genere, non dovrebbero esserci problemi; se invece ci fosse un'improvvisa deviazione da un quadro di crescita ben preciso, ciò dovrebbe indurre il pediatra a porre l'attenzione su eventuali vari disordini. Anche i bambini che presentano una curva di crescita costantemente sotto il terzo percentile sono abitualmente seguiti con particolare attenzione dal pediatra.

Prima di iniziare qualsiasi procedimento diagnostico per scarsa crescita bisogna fare una accurata anamnesi (storia) familiare: innanzitutto controllare la statura dei genitori e dei nonni, l'ambiente dove vive il bambino, se ci sono fattori psicosociali a rischio (turbe dell'ambiente familiare come separazione dei genitori, depressione materna, carenze affettive possono essere causa di problemi di crescita), controllare poi se ci sono delle patologie croniche, familiari e non, come malassorbimenti, malattie renali, cardiorespiratorie, endocrinologiche ecc.

Se l'anamnesi è negativa, di fronte a un bambino che ha un cambiamento della curva di crescita si può decidere di eseguire alcuni accertamenti orientativi, il più importante dei quali è il controllo dell'età ossea mediante la radiografia del polso. Questo esame consente di valutare se l'età cronologica (età del bambino) corrisponde all'età ossea (la maturazione in età diverse dei nuclei di ossificazione delle ossa del polso consente di determinare appunto l'età ossea che in alcune patologie è diversa dall'età anagrafica).

Se la radiografia del polso e gli esami ematochimici sono negativi la crescita del bambino andrà seguito nel tempo e nulla più.

I ricostituenti non esistono.

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