Pari opportunità, proposte di legge, buone pratiche messe in atto da imprenditori intelligenti e sensibili alla famiglia. Consideriamo anche alcune idee che si possono attuare indipendentemente dalle iniziative del pubblico e delle imprese.

Qualche volta al mese lasciare l’ufficio un po’ prima. A conti fatti che cosa sono ad esempio 4 ore al mese (o forse più, per i coraggiosi) su un monte ore lavorate di 160-180? Eppure sono 4 preziose occasioni in più di vicinanza, dialogo, gioco, studio con i figli.

Anche solo 4 ore al mese fanno eccome la differenza. Non si ripresenteranno perché i figli crescono e il tempo che dedichiamo loro oggi ha un effetto e una funzione diversa da quello che dedicheremo tra un mese o tra un anno. Sono troppe 4?

Cominciamo con 3. Ancora troppe? Proviamo con una, e la soddisfazione ottenuta sarà l’incentivo più efficace per moltiplicare le occasioni.

Occasioni speciali. L’escursione, la visita a un negozio o a un posto che piace particolarmente ai ragazzi, la pizzeria o l’hamburger dopo il cinema, la gita a trovare l’amico che ha conosciuto in vacanza, fare con loro un’attività manuale che li appassiona.

Occasioni speciali, eventi che restano impressi e che i ragazzi ricorderanno per molti anni come momenti felici trascorsi con il papà. Rinforzano la persona, i vincoli, gli affetti, incoraggiano l’ottimismo e la fiducia. “Il papà ha pensato a me, mi dà importanza, è disposto a lasciare il suo lavoro, il suo hobby, il suo riposo per stare con me” sono i pensieri che nascono nella mente dei figli.

Il fine settimana. C’è chi è bravo a improvvisarlo, chi invece ha bisogno di qualche giorno per programmare. E’ meglio pensarci per tempo per non ritrovarsi trafelati il venerdì sera e intontiti il sabato mattina con la difficoltà di mettere in moto le idee per imbastire qualcosa di simpatico per la famiglia.

E’ forte l’impulso di lasciarsi andare, ed è anche salutare in una certa misura, dopo aver vissuto inquadrati e a ritmo di orologio per cinque giorni. Allora, lasciarsi andare assieme agli altri inventando un riposo furbo che rilassa e tiene unita la famiglia, anziché isolarsi in una pigrizia annoiata che non fa riposare.

Non significa cercare di condensare nel fine settimana relazioni umane, conversazioni, prediche, consigli, lavori, supporto ai compiti, rimanendo incollati ai figli dalla mattina alla sera, con l’effetto increscioso di asfissiarli.

Telefonare. Raccontare dove si sta andando, che cosa si sta facendo. “Ho avuto un incontro con un cliente importante…”, “Ho saputo da un collega che c’è un parco naturale molto bello da visitare…”, “Oggi abbiamo festeggiato in ufficio il compleanno di…”. Più facilmente così arriveranno le confidenze dei figli.

Scrivere. SMS, ma non solo. Cartoline dai posti in cui si viaggia per lavoro, post it personali con slogan affettuosi e di incoraggiamento appiccicati allo specchio del bagno, un disegno scherzoso – non importa la qualità del tratto – che richiama qualcosa di simpatico della famiglia, un biglietto scritto a mano di congratulazione per un successo scolastico o sportivo, oppure per chiedere scusa al figlio per qualcosa di sbagliato.