Ho una bambina di tre anni e mezzo; quattro mesi fa ho deciso di operarla a tonsille e adenoidi visto che ormai i casi di infezione erano diventati troppo frequenti e il continuo ricorso ad antibiotici mi preoccupava. Pediatra e specialista erano concordi sulla necessita dell'intervento. Pensavo che le cose sarebbero andate meglio e che almeno per un po' di tempo non si sarebbe ammalata; invece in quattro mesi i casi di influenza con febbre molto alta e bronchiti, anche se in forma leggera, si sono ripetuti molto spesso. Ho sentito parlare di cure per rafforzare le difese immunitarie: vorrei chiedere se sono valide e se si possono fare tranquillamente sui bambini. Il mio pediatra ha parlato di vaccino anticatarrale, può essere utile? Quando il ricorso ad antibiotici e cortisone é frequente, quali conseguenze può avere sull'organismo di un bambino e sulla sua crescita?

E' noto che le infezioni respiratorie sono molto frequenti in età prescolare tanto che per convenzione si considera sostanzialmente sano un bambino che, tra i 3 e i 5-6 anni di vita, presenti un massimo di sei episodi infettivi in un anno.

Esiste tuttavia una percentuale variabile di bimbi (diciamo tra il 5 e il 15%) che si ammala con particolare frequenza, presentando nel periodo che va da settembre ad aprile (in cui notoriamente è più facile contrarre una malattia da raffreddamento) più di un episodio infettivo al mese. Questi bambini sono definiti come bambini con "infezioni respiratorie ricorrenti".

Essi presentano un quadro clinico eterogeneo che va dalle infezioni delle prime vie aeree quali faringiti, tonsilliti, otiti, riniti, laringiti, rinorrea (secrezione abbondante di muco dal naso) ad infezioni più rare delle vie aeree inferiori come bronchiti o broncopolmoniti.

Questa aumentata suscettibilità agli agenti infettivi nei primi anni di vita è probabilmente espressione di un'immaturità fisiologica del sistema immunitario, associata a fattori ambientali avversi come l'inquinamento atmosferico, l'inalazione passiva di fumo di tabacco, la socializzazione precoce, i fattori climatici come il freddo e l'umidità.

Sebbene questa condizione sia destinata a correggersi spontaneamente con l'aumentare dell'età, la ricorrenza delle infezioni costituisce spesso una fonte di preoccupazione per i genitori e in tutti i casi un disturbo della normale vita famigliare: pensiamo ad esempio alla perdita di giornate lavorative da parte della madre o del padre per accudire il figlio malato.

Per questo motivo l'industria farmaceutica propone farmaci chiamati "immunostimolanti" o "immunomodulanti" o, con una terminologia più recente, "modificatori della risposta biologica". Ne esistono fondamentalmente di due tipi: gli estratti batterici o vaccini anticatarrali, ed i composti sintetici. I primi sono costituiti da miscele di estratti di vari batteri, molti dei quali non patogeni o scarsamente patogeni per le vie respiratorie. I secondi sono molecole costituite da strutture proteiche, sintetizzate in laboratorio.

Tali prodotti eserciterebbero un effetto generico, piuttosto aspecifico, di stimolazione di alcune risposte immunitarie e in questo può essere trovata la razionalità del loro impiego, poiché sembrerebbe dimostrato che queste risposte immunitarie possono risultare depresse dopo infezioni virali ricorrenti.

Non esiste però, a tutt'oggi, una documentazione scientifica rigorosa su questi prodotti, anche per le ancora ridotte conoscenze sui meccanismi di azione degli immuno-stimolanti, per i limiti conoscitivi sulla loro farmacocinetica, per la difficoltà alla corretta definizione di protocolli sperimentali, per i problemi di trasposizione degli studi in laboratorio al trattamento su pazienti.

I risultati di alcune ricerche dimostrerebbero comunque l'efficacia dei modificatori della risposta biologica sia nel diminuire il numero di giorni di assenza dall'asilo o dalla scuola e sia nel ridurre la sintomatologia associata alle infezioni delle vie aeree e il conseguente impiego di farmaci comunemente usati nel trattamento di queste patologie quali antibiotici, antiinfiammatori ed antifebbrili.

La bassa incidenza di effetti collaterali e la facilità di somministrazione fanno sì che tali farmaci siano facilmente accettati dai piccoli pazienti e dalla famiglia, non dimenticando però che alcuni immuno-stimolanti presentano un costo non indifferente.

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