Mia figlia (9 anni) presentava tre giorni fa un eritema diagnosticato come eritema migrans e quindi indicativo della malattia di Lyme. E' stata quindi avviata terapia antibiotica. Vorrei sapere se è tipico di questa malattia un eritema con decorso naturale (senza trattamento cioè) di tre giorni (nel terzo giorno è infatti praticamente scomparso a sole 12 ore dall'inizio della terapia antibiotica) e comparso dopo due giorni dalla sospetta puntura di zecca (dico sospetta perché non abbiamo visto la zecca). Inoltre vorrei sapere se dobbiamo fare un test per la ricerca di anticorpi e quando.

La malattia di Lyme è causata da una spirocheta, la Borrellia burgdorferi, che viene trasmessa da zecche appartenenti alla specie Ixodes. La malattia si manifesta soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, nei quali l’attività delle zecche, che parassitano mammiferi, uccelli e rettili, è maggiore e, d’altra parte, è più frequente il soggiorno in aperta campagna con aree del corpo scoperte.

Il periodo di incubazione, dal morso della zecca alla comparsa dell’eritema migrante, è di 3-31 giorni, ed il decorso della malattia è suddiviso classicamente in tre stadi:

  • forma precoce localizzata, caratterizzata, intorno alla sede di puntura della zecca, dall’eritema cronico migrante, cioè da un esantema maculoso o papulare che nei giorni successivi tende ad estendersi in senso centrifugo di 1-2 centimetri al giorno, con aspetto rosso scuro ai margini e più chiaro al centro (eritema marginato). Possono essere presenti febbre, malessere generale, dolori muscolari, cefalea;
  • forma precoce disseminata, che si presenta dopo 3-5 settimane dalla puntura di zecca ed è dovuta alla disseminazione della spirocheta per via ematica. A livello cutaneo possono manifestarsi lesioni simili a quelle della forma localizzata, ma più piccole e a diffusione multipla; altre manifestazioni possibili in questo stadio sono la paralisi dei nervi cranici, la meningite, l’artrite migrante, la congiuntivite e la cardite (N.d.R.: infiammazione del cuore);
  • forma tardiva, la cui espressione più comune è l’artrite cronica, ma nella quale sono possibili gravi manifestazioni neurologiche (encefalopatia, neuropatie).

La diagnosi di eritema cronico migrante è essenzialmente clinica, cioè basata sul riconoscimento della tipica lesione e sulla sua progressione temporale. La diagnosi sierologica può essere difficoltosa, poiché manca una efficace standardizzazione dei test, e la positività si instaura tardivamente rispetto alle lesioni cutanee; inoltre i soggetti che abbiano ricevuto antibiotici possono non sviluppare anticorpi anti-Borrellia burgdorferi.

In caso di malattia di Lyme gli antibiotici vanno somministrati, nonostante la frequente guarigione spontanea nelle prime fasi, soprattutto per evitare la progressione agli stadi tardivi. I più usati sono la doxiciclina (nel periodo di assunzione va evitata l’esposizione al sole) e l’amoxicillina, ma possono essere anche utilizzati i macrolidi (eritromicina) o le cefalosporine.

Va ricordato che, in caso di puntura di zecca, non è corretto usare indiscriminatamente antibiotici per la profilassi della malattia di Lyme. Solo se la zecca è rimasta attaccata per lungo tempo ed è quindi piena di sangue dopo essere stata staccata, o in caso di gravidanza, si può praticare una profilassi antibiotica.

Il caso di sua figlia, a parte l’incubazione molto breve (va però sottolineato che se la zecca non è stata vista la puntura può essere stata antecedente alla data presunta) è compatibile con una malattia di Lyme. Una conferma diagnostica potrà venire dalla ricerca degli anticorpi, anche se una loro negatività non potrà escludere la malattia, essendo stata la bambina sottoposta precocemente a terapia antibiotica.

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