Come orientarsi tra profilassi e terapia per la varicella con l'Aciclovir?

La risposta a questa domanda sarà necessariamente stringata, poichè, in effetti, c'è abbastanza poco da dire: se il bambino sta bene, è stato contagiato "in prima persona" e non ha contratto la varicella dopo che uno o due familiari ne sono stati affetti (voglio dire: se è il primo caso intrafamiliare), non ha un background di malattie che possono far presagire una varicella con eruzione e sintomi intensi, è sufficientemente grandicello, allora non è necessario sottoporlo a terapia con Aciclovir e neppure a profilassi, visto che la profilassi deve essere iniziata - ovviamente - prima dell' inizio clinico della malattia.

La profilassi, pur non essendo stata finora stabilita con chiare linee guida, è comunque un'ottima arma da usare nei casi in cui (per esempio) un terzo figlio in giovanissima età ha uno o due fratelli maggiori affetti da varicella; sappiamo che il secondo/terzo caso intrafamiliare, infettatosi dai congiunti, ha pressochè sempre una varicella intensa, a causa dei ripetuti inoculi di virus che per via aerea egli assume.

In questo caso personalmente consiglio la profilassi con Aciclovir per questo bimbo e anche ai genitori, qualora non abbiano la certezza di essere già immuni per aver contratto sicuramente  la malattia. Tralascio di inoltrarmi nei problemi legati al contagio di varicella di bambini con preesistenti problemi gravi di salute: per essi, mediamente, potrebbe essere il caso, se possibile, di pensare ad una vaccinazione protettiva.

Il Pediatra di Famiglia, che conosce approfonditamente la situazione familiare e lo stato di salute dei suoi assistiti sapra', senza dubbio consigliare l'opzione migliore ad ogni singolo suo pazientino.

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