Mia figlia di cinque mesi, causa una malattia intestinale che le ha provocato diarrea per dieci giorni, ha dovuto sospendere il secondo richiamo delle vaccinazioni obbligatorie e l'antipertosse. Attualmente sono passati dodici giorni dal 45° giorno e preferirei aspettare ancora un migliore assestamento delle feci prima di farle il richiamo: quanto tempo posso aspettare senza dover rifare il ciclo di vaccinazioni?

Quando il calendario vaccinale viene interrotto per un qualsiasi motivo, non si deve pensare che ciò determini un fallimento della vaccinazione od obblighi il medico a ricominciare la vaccinazione stessa da capo.

I vaccini, infatti, hanno effetto anche se distanziati oltre il periodo prescritto dal calendario vaccinale, che è stato compilato con determinate scadenze, anche per cercare di raggruppare le diverse vaccinazioni in date ben definite, ma non è così rigido come si può pensare. Esistono comunque alcune indicazioni sui limiti massimi di tempo tra una dose e l'altra per ogni singolo vaccino.

Per le vaccinazioni anti-difterite e tetano è prevista una regola precisa (Circolare Ministeriale del 9 agosto 1982, n. 152): fra la prima e la seconda dose può esserci fino ad un intervallo massimo di 1 anno mentre tra la seconda e la terza l'intervallo massimo si estende a 5 anni.

Non esiste invece una regolamentazione precisa per l'anti-epatite B, ma esistono alcuni studi che dimostrano che tra la prima e la seconda dose possono passare anche 3-5 mesi, senza che sia necessario riprendere la vaccinazione dall'inizio. Fra la seconda e terza dose può passare anche un anno.

Per quanto riguarda il vaccino anti-poliomielite, non esiste alcuna necessità di rispettare un intervallo massimo: di conseguenza, se la serie di dosi viene interrotta, non è necessario ricominciare daccapo o aggiungere dosi supplementari.

Per il nuovo vaccino anti-pertosse acellulare non è invece stato ancora stabilito l'intervallo massimo tra le dosi.

La diarrea non costituisce una controindicazione alla vaccinazione contro la difterite, il tetano, la pertosse e l'epatite B; rappresenta invece una indicazione a posporre la data della vaccinazione anti-polio.