C’era una volta, qualche tempo fa, in un paese conosciuto per la produzione del suo buon vino, un vecchio signore che non riusciva a ricordare nulla, nemmeno i suoi anni, perché aveva perso la memoria.

Egli curava la sua vigna, l’orto e il giardino. Aveva qualche acciacco e faceva fatica a fare i lavori più pesanti, perché viveva da solo, i suoi figli abitavano in città e venivano a trovarlo a malapena per Natale.

Nonno Nanni, questo era il nome del signore, non si lamentava di questa situazione e quando aveva voglia di sfogarsi, lo faceva con Bricco, che era un bel gattone color ruggine, pigro e buon ascoltatore.

”Vedi Bricco“ gli diceva, “Io starei bene, ma ogni tanto mi piacerebbe ricordare qualcosa di più della mia vita, del passato, magari dei miei figli, di quando erano piccoli e giocavano con me a costruire le barchette con i gusci di noce, oh come sarebbe bello! I ricordi mi farebbero compagnia e, non sarebbe cosa da poco, visto che ci sei anche tu!”.

Bricco si stiracchiava e lo guardava con aria strafottente, poi riprendeva a sonnecchiare come se la cosa non lo riguardasse. Invece ci pensava eccome e si lambiccava il cervello per trovare una soluzione. Alla fine ebbe un’idea.

Avrebbe scritto a Babbo Natale!

Trascorsero alcuni giorni e finalmente Lisabetta, la figlia della vicina, venne a trovare nonno Nanni, per sapere come stava e se aveva bisogno di qualcosa. Aveva preso del brodo caldo e lo poggiò sul tavolo di cucina, poi prese in braccio Bricco, che invece di dormire come faceva di solito, aveva drizzato le orecchie e si era messo a miagolare insistentemente. Cominciò ad accarezzarlo, parlandogli sottovoce:

"Che cosa c’è Bricco?” Bricco le si sdrusciò più volte addosso, alzò il muso ed esordì: “Miao, miao, miao...” -Cosa? Vorresti scrivere a Babbo Natale per nonno Nanni? E cosa vorresti che gli portasse?La memoria!!! Non credo sia possibile...- “Miao, miao, miao!” -Va bene- acconsentì Lisabetta, - ci proveremo.-

La bambina corse in casa sua a prendere carta e penna, poi scrisse: “Caro Babbo Natale, vorremmo chiederti di portare un po’ di memoria a nonno Nanni, così si sente meno solo. Ciao. Lisabetta e Bricco." Poi la bimba mise la lettera nella busta, vi appose il francobollo e la spedì. La lettera volò, volò fino alla casa di Babbo Natale, scivolò sul suo tavolo pieno di nastri e pacchetti e altre migliaia di lettere.

Arrivò la sera del 24 dicembre, Lisabetta e Bricco erano agitatissimi, mentre l’ignaro nonno Nanni consumava la cena con calma. Ogni tanto borbottava tra sé:” Devo andare a letto presto stasera, perché domani voglio alzarmi prima del solito per preparare un buon pranzo ai miei nipotini.” Infine si alzò, lavò i piatti, carezzò più a lungo Bricco, poi andò a coricarsi. Era da poco passata la mezzanotte, cadeva una neve fitta, fitta, quando Babbo Natale, con il naso paonazzo per il freddo, si introdusse in casa del nonno. Lasciò un bocconcino prelibato a Bricco ed una scatolina con un bel fiocco di raso rosso.

Giunse il mattino, Lisabetta aveva trovato tanti bei doni sotto l’albero e cantava a squarciagola per la felicità che tutti potevano udirla. Raccontino di Natale piccolino come il tale che passava per la via quella sera della scia che cometa si portava dietro la coda come un fanale...Filastrocca però mi vien male! Non so proprio come fare, però, però a tutti Buon Natale!

Intanto anche nonno Nanni si era alzato e stava rimirando il suo pacchetto infiocchettato, gridando per la gioia: Oh, Babbo Natale si è ricordato di me, che sono così vecchio...” Immaginate quindi la sorpresa quando egli, aperto l’involucro vide che dentro non c’era nulla, se non un biglietto con gli auguri di Babbo Natale. Fu contento lo stesso, chiamò Lisabetta e le offrì una fetta di panettone. Improvvisamente dalla scatola semiaperta vide uscire un bambino piccolo, piccolo, era suo figlio Luca, il maggiore, con lui c’era sua moglie Rosa che sfaccendava in cucina, poi arrivò Anna, la più piccola di casa, che tornava da scuola. Sorrise estasiato, poi chiuse la scatola con il fiocco rosso. Lisabetta lo trovò così accanto alla porta, con la bocca spalancata per l’emozione: “ Nonno Nanni, cosa fai lì impalato, entra o ti buscherai un raffreddore!” -Lisabetta tu sapessi, Babbo Natale mi ha regalato una scatola magica che mi fa tornare la memoria e con essa i ricordi, il passato!- Nonno Nanni emozionatissimo e strafelice entrò in casa seguito d’un passo dalla sua piccola amica, d’un tratto cominciò a barcollare, Lisabetta prontamente lo aiutò a stendersi sul divano, lui le sorrise, lo sguardo assente di chi ormai è già lontano. Lisabetta urlò con quanto fiato aveva in gola tutto il dolore e la disperazione di una bimba che vede il suo amico morire. Nonno Nanni le sorrise ancora una volta, stringendo tra le mani il prezioso pacchetto.

E’ una fiaba un po’ triste, purtroppo queste cose nella vita di tutti i giorni però accadono, il Natale non riesce ad evitarle! Non ho alcuna pretesa di fare del buonismo a basso costo, né di moraleggiare o di tradurre le mie fiabe in favole educative, voglio solo far riflettere i più grandi, i piccini sono spesso più saggi e sanno che i “nonni” andrebbero curati e non lasciati troppo da soli, proviamo a ricordarlo.

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