Mia figlia di 20 mesi ha, dalla nascita, due angiomi, di cui il primo, rilevato e di colore rossastro, sulla schiena ed il secondo sottocutaneo, bluastro e leggermente rilevato, sulla guancia sinistra, tra l'occhio ed il naso. Premesso che questi angiomi non progrediscono dall'età di un anno, nè tanto meno regrediscono, fino a che età è consigliabile aspettare prima di intraprendere una terapia chirurgica? Esistono terapie non cruente a base di farmaci? Che tipo di terapia chirurgica sarà, eventualmente, consigliabile?
Gli angiomi presentati dalla bambina sono entrambi degli angiomi "immaturi" (esistono anche altri nomi per classificarli, ma l'aggettivo "immaturo" mi pare particolarmente efficace e chiarificatore). Si tratta infatti di lesioni che possono essere presenti alla nascita o evidenziarsi nei primi giorni di vita, e che conservano (a differenza di quelli cosiddetti piani, che rimangono sostanzialmente invariati) una potenzialità di crescita fino ai 12 mesi circa (anche in questo caso è avvenuto così: il papà dice che non crescono dall'età di un anno). Superato questo periodo inizia una regressione spontanea (più o meno rapida), preannunciata dal comparire di zone (punteggiatura o strie) bianco grigiastre.
L'angioma del dorso presenta in questo caso una prevalente componente superficiale (rossa), quello del viso presenta una maggior componenente profonda (bluastra). Questo secondo tipo generalmente ha una velocità di regressione spontanea più lenta, ma comunque generalmente sempre soddisfacente dal punto di vista estetico.
Dal punto di vista terapeutico l'attesa della regressione spontanea è generalmente l'opzione migliore: gli interventi chirurgici producono ovviamente delle cicatrici (permanenti, a differenza degli angiomi), mentre la terapia farmacologica è efficace solo se iniziata precocissimamente, non è priva di effetti collaterali ed è riservata a casi molto particolari (in cui l'angioma presenta un problema fuzionale: ad esempio, regione perioculare). L'intervento farmacologico locale (ad esempio cortisone iniettato localmente), non è molto "gradito", anche se forse può essere utile allo scopo di ridurre la lesione prima dell' eventuale intervento.
Tornando al caso specifico: non fare nulla per l'angioma del dorso (non ha alcuna rilevanza funzionale nè estetico-sociale) ed attendere fiduciosi la regressione spontanea. Non fare nulla nemmeno per l'angioma del volto (tra l'altro definito dal papà come poco rilevato), o, se per caso si decide di intervenire per qualche motivo (è molto grande? infastidisce il bambino? limita la visione?), programmare l'intervento prima dell'inserimento in comunità (in modo da minimizzare il disagio psicologico derivante dalla lesione visibile e dai commenti e le domande dei compagni).
Per quanto riguarda il laser, trova la principale applicazione nel trattamento degli angiomi piani, per i quali è veramente molto efficace (anche se, putroppo, è ancora molto caro), e forse nella terapia degli angiomi ulcerati a lenta guarigione (ad esempio, nella regione del pannolino).
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