Celiachia: quali segni? La celiachia insorge al primo "contatto" con il glutine o può manifestarsi anche successivamente? Esiste un metodo per la diagnosi precoce adattabile anche ai genitori? Quali sono i sintomi che devono mettere in guardia?

La malattia celiaca o celiachia è una condizione di intolleranza permanente al glutine (più precisamente alla gliadina, una proteina componente il glutine) contenuto nel frumento, orzo, segale ed avena. Questi cereali vengono assunti comunemente dalla maggior parte delle persone senza danno, ma nella mucosa intestinale del paziente celiaco possono provocare gravi alterazioni. Se però i cereali vengono completamente eliminati dalla dieta, la mucosa ritorna perfettamente normale. Il bambino celiaco è intollerante al glutine fin dalla nascita, ma i sintomi della malattia compaiono solo dopo lo svezzamento, quando cioè vengono introdotti nella dieta il semolino, la pastina, i biscotti, il pane, i grissini ecc., tutti alimenti contenenti il glutine.

Nel bambino celiaco, infatti, il glutine provoca una progressiva distruzione dei villi intestinali, quelle numerosissime e microscopiche rilevatezze della mucosa dell’intestino tenue grazie alle quali la superficie per assorbire le sostanze nutritive, introdotte con i cibi, viene enormemente ampliata. Di conseguenza si verifica una grave compromissione della capacità di assorbimento intestinale. Poiché il danno è progressivo, le manifestazioni della malattia celiaca si rendono manifeste solo qualche tempo dopo l’introduzione del glutine nella dieta. Nei casi tipici il bambino presenta un marcato rallentamento della crescita a cui si accompagnano un aumento di volume dell’addome, che appare gonfio, e l’assottigliamento dei muscoli delle braccia e delle gambe. Il piccolo si presenta inoltre pallido, apatico, facilmente irritabile, e si alimenta malvolentieri: il suo aspetto finisce per diventare quello di un bambino denutrito. Molto frequentemente è presente una diarrea cronica con feci molto abbondanti, untuose, di odore fetido per la presenza di alimenti scarsamente digeriti e non assorbiti.

Nel bambino più grande e nell’adulto la celiachia decorre in modo più subdolo, con sintomi meno evidenti. Possono ad esempio comparire anemia persistente, vaghi disturbi della digestione, turbe dell’umore, tutti sintomi poco definiti che vengono spesso trascurati consentendo così alla malattia di evolvere. Sebbene un’alterazione dell’assorbimento intestinale possa essere evidenziata anche da alcuni esami di laboratorio, come ad esempio il test allo xilosio o il dosaggio degli anticorpi anti-glutine, l’unico mezzo per fare correttamente la diagnosi è la biopsia intestinale.

Occorre infine ricordare che la malattia celiaca non è una malattia ereditaria in senso stretto, ma vi è certamente una predisposizione famigliare: non è infatti infrequente che in una stessa famiglia vi siano più casi di celiachia magari misconosciuti. Sottoponendo a biopsia intestinale genitori, fratelli o sorelle di bambini celiaci, frequentemente si scopre che alcuni famigliari sono anch’essi celiaci pur non evidenziando sintomi importanti della malattia. Inoltre da studi recenti sul patrimonio genetico dei celiaci si è visto che la malattia si associa a particolari "antigeni" che fanno parte del codice genetico e che si chiamano antigeni del complesso maggiore di istocompatibilità (HLA): i pazienti celiaci hanno quasi sempre gli stessi antigeni HLA.

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