Non riesco a confrontarmi come vorrei con mia figlia che ha 10 anni e sta vivendo la sua adolescenza (o preadolescenza?). Probabilmente non è imminente un cambiamento fisico, ma sicuramente sta modificando il suo atteggiamento. Pianti improvvisi, liti furibonde nei nostri confronti, negazione anche dell'evidenza, bizze sono comportamenti diventati abbastanza frequenti. Noi non riusciamo a rapportarci sempre con la necessaria calma e comprensione. Cosa possiamo fare? Come aiutarla?

Purtroppo non si tratta né di una fase, né di un periodo, ma della fisiologica crisi dell'adolescenza, tanto brutale e drammatica sia per i genitori che per gli stessi protagonisti. Psicologicamente, l'individuo cerca di adattare la personalità alle nuove condizioni prodotte dalle trasformazioni fisiche, nel tentativo di riassestare l'equilibrio perduto: deve diventare adulto.

Per diventare adulto deve compiere un passo fondamentale, doloroso, ma inevitabile: staccarsi dai genitori. In modo caratteristico, l'adolescente si isolerà e si comporterà come un estraneo nei confronti della famiglia, poiché avrà bisogno di tutta l'energia disponibile per le nuove conoscenze: sono amori e amicizie transitorie, appassionate ed esclusive come il suo mondo, e che verranno presto abbandonate.

Sono però attaccamenti indispensabili, sia a persone della stessa età che a persone più adulte, e il passo importante è proprio nella scelta di un nuovo oggetto d'amore. Spesso questo oggetto d'amore può essere dello stesso sesso, e questo non deve preoccupare: l'altro sesso fa ancora paura, e su questa innata paura dell'adolescente spesso si stratificano divieti familiari che creano ulteriori ansie.

L'attività sessuale vera e propria peraltro non è traguardo semplice da raggiungere: la masturbazione - spesso compulsiva - viene vissuta con grandi sensi di colpa, e il rapporto sessuale vero e proprio tra ragazzi viene ferocemente condannato dal consenso sociale della nostra civiltà.
L'adolescente vive una crisi narcisistica e identificatoria drammatica, e i suoi dubbi su di sé, sul corpo e sul sesso lo sprofondano nell'angoscia.

Una piccola imperfezione fisica provoca vive inquietudini, il corpo cambia - le prime polluzioni, le prime mestruazioni - e diventa sconosciuto: nel ragazzo c'è l'ansia per il proprio pene (che rimarrà per tutta la vita!!!), e nella ragazzina quella per gli organi genitali, i seni che spuntano, e anche lei si porterà per sempre l'attenzione per il proprio corpo, e per la cura della propria persona.

Che dire ora a questi genitori?
Dovrete abituarvi a farvi da parte e lasciare che i figli facciano le loro scelte: senza deriderli, senza offenderli, sostenendoli per quanto è possibile, e considerata l'età, continuando ancora a vigilare su di loro. So quali possono essere le angosce di questi genitori: come gestire le amicizie, la libertà, la sessualità. Sappiate che non esistono risposte, e posso solo consigliarvi di non assumere comportamenti contraddittori: non proponetevi come amici se non siete in grado di ascoltare confidenze scabrose. Rispettate, ma fatevi anche rispettare. È l'età ingrata, e sarà un periodo ingrato, ma passerà.

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