La figlia di un mio caro amico è ricoverata in rianimazione perchè "ha del meconio nei polmoni". Tutto questo poche ore dopo la nascita. Il parto dopo undici ore dalla rottura delle acque è stato cesareo. Potreste chiarirmi il tutto?

Con il termine meconio si intende quel materiale che riempie l'intestino del neonato, di colore verde-nerastro, vischioso, costituito da acqua, bile ispessita, secreti intestinali, muco, cellule di sfaldamento delle mucose ecc., e che viene emesso dopo la nascita, in genere nelle prime 24-48 ore di vita. La presenza di meconio nel liquido amniotico dovrebbe essere considerata un segno distintivo di sofferenza fetale. Si verifica in circa il 10% di tutti i parti, prevalentemente nei neonati con ritardo di crescita intrauterina e nei neonati post-maturi, nati cioè dopo la 42° settimana di gestazione.

Molti neonati con una colorazione meconiale del liquido amniotico non mostrano segni di depressione, sebbene sia possibile che un breve periodo di asfissia abbia indotto l'emissione di meconio prima che fosse espletato il parto. Una delle ipotesi più accreditate per spiegare l'emissione di meconio in utero è che, durante un episodio di asfissia, si verifichi una ipossia (cioè una riduzione di ossigeno nel sangue), che induce un aumento della peristalsi intestinale (in altre parole del movimento del canale intestinale), rilasciamento dello sfintere anale e fuoriuscita di meconio. Può accadere però che, raramente, l'ipossia possa provocare per via riflessa una serie di profondi atti inspiratori del feto ancora in utero, che portano all'aspirazione nelle vie respiratorie di meconio e liquido amniotico. Esiste un ampio spettro di gravità clinica che generalmente è correlato alla quantità di meconio aspirato.

Una modesta aspirazione può provocare solo un aumento della frequenza respiratoria, qualche volta con comparsa di gemito espiratorio e lieve cianosi, tutti reperti clinici che in genere scompaiono entro 48 ore. Nelle forme più gravi si verifica una polmonite, favorita dall'azione chimica irritativa esercitata dal meconio sulle mucose delle vie respiratorie, e una "sindrome da aspirazione di meconio": il materiale aspirato provoca una ostruzione delle vie respiratorie, una vasocostrizione polmonare ed un intrappolamento di aria nei polmoni. In questi casi sono molto evidenti la cianosi e l'aumento della frequenza respiratoria e possono comparire complicanze polmonari come enfisema (un eccessivo aumento di contenuto di aria nei polmoni) e pneumotorace (raccolta di aria nella cavità pleurica).

Alla lunga, per effetto della insufficienza respiratoria, si può verificare un danneggiamento del sistema nervoso centrale con comparsa di apnea, vomito, pianto ad alta tonalità, convulsioni. Per prevenire l'aspirazione di meconio, occorre aspirare l'orofaringe del neonato nel momento in cui la testa emerge dal canale del parto e prima che si compia il primo atto respiratorio; immediatamente dopo il parto si dovrebbe aspirare la trachea del neonato utilizzando un tubo endotracheale per eliminare il meconio aspirato.

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