Al mio bambino di 22 mesi ho fatto fare, sei mesi orsono, le prove allergiche poiché presentava delle macchie sulle gambette, ed è risultato positivo alle uova ed al latte. In questo periodo abbiamo sempre rispettato una dieta priva di questi alimenti e derivati. È già da un po' di tempo che ho iniziato, di mia iniziativa, a proporgli alimenti a base di latte e qualche volta di uova, senza riscontrare alcuna reazione. Parlandone con l'allergologo mi ha detto che è presto, in definitiva che sono un'irresponsabile! Il pediatra invece mi dice di andare avanti poiché le allergie gravi sono ben altra cosa. Ora mi domando e chiedo consiglio; fargli fare delle prove allergiche presso un'altra struttura per constatare la mancanza dell'allergia, oppure aspettare un mese per la visita con l'allergologo che lo segue? Sarei grata se potessi avere un consiglio.
La positività per le prove allergiche (prick test) indica la presenza nel paziente di anticorpi specifici (IgE) per quell'antigene alimentare testato. Nel campo dell'allergia alimentare è risaputo che è molto facile riscontrare delle positività ai prick test, anche dopo che l'allergia è ormai clinicamente silente. Questo fenomeno dipende dal fatto che il reattivo utilizzato per le prove contiene proteine alimentari indigerite, mentre la migliorata capacità digestiva del bambino, col passare dei mesi, determina una migliore frammentazione e denaturazione delle stesse, rendendole innocue. Per cui l'equazione prick test per alimenti positivi = allergia alimentare non è sempre vera.
Il suo bambino, vista l'età, probabilmente ha risolto la sua allergia al latte, come accade molto spesso, ma potrebbe essere ancora allergico all'uovo.
Il consiglio migliore in casi come il suo è quello di partire sempre da una ripetizione dei prick-test, valutarne l'eventuale positività e decidere in merito. Se i prick sono ancora positivi, la prova di reintroduzione va sempre fatta in ambiente ospedaliero e con dovuta cautela. Se invece i prick risulteranno negativi, sarà utile avere il conforto di tale negatività anche con il Rast e poi procedere ad una graduale reintroduzione domestica.
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