Lo svezzamento rappresenta un momento molto delicato nell'alimentazione del bambino, che deve gradualmente adeguarsi ad un nuovo tipo di alimentazione non più esclusivamente lattea. Nel soggetto atopico (in altre parole predisposto all'allergia) questa fase necessita di una particolare attenzione volta a ritardare o posticipare l'introduzione di alimenti potenzialmente allergizzanti, configurandosi quindi come uno svezzamento "selettivo" e "tardivo", in quanto qualitativamente diverso e temporalmente differito rispetto a quello adottato per la popolazione generale.

L'allergia si esprime in vari modi

Negli ultimi anni si è osservato un incremento della prevalenza delle malattie allergiche nei paesi occidentali. Tale evidenza ha portato alla necessità di identificare specifiche strategie per la prevenzione dell'allergia. La difficoltà di individuare interventi efficaci scaturisce dalla complessità delle interazioni esistenti tra fattori genetici, ambientali e alimentari responsabili dell'espressione dei diversi fenomeni allergici: rinite, congiuntivite, asma, dermatite atopica, orticaria-angioedema, shock. Non vi è invece ancora consenso unanime per quanto riguarda le coliche del lattante, l'enterite eosinofila, l'emicrania, i dolori addominali ricorrenti, i disturbi del sonno nel primo anno di vita, il colon irritabile, i rigurgiti, la sindrome ipercinetica ed altri ancora.

Come identificare i bambini a rischio

Numerosi metodi sono stati proposti per identificare i soggetti a rischio di sviluppare atopia. Tra questi i più comunemente utilizzati sono il dosaggio alla nascita (dal sangue del cordone ombelicale) di alcuni anticorpi chiamati IgE oppure, nel bambino un po' più grande, la ricerca delle IgE totali, insieme al dosaggio di altre cellule specifiche, gli eosinofili. Tuttavia, l'anamnesi familiare rimane attualmente il principale fattore in grado di predire il rischio atopico nel neonato. In relazione alla storia familiare il rischio di sviluppare atopia è infatti pari al 40-60% in bambini con due genitori atopici, 50-80% in bambini con due genitori con la medesima manifestazione clinica (ad esempio mamma e papà entrambi affetti da rinite allergica oppure asma), 25-35% in bambini con un solo genitore atopico e al 5-15% in bambini con un fratello atopico.

Quando e come iniziare lo svezzamento in un bambino a rischio di allergia

È indubbio che la migliore profilassi dell'allergia è l'allattamento materno. Questo va prolungato, evitando l'introduzione di qualsiasi altro alimento, il più possibile (almeno per sei mesi). Tenendo conto che la precocità di introduzione degli alimenti può dare origine ad una successiva sensibilizzazione, nei soggetti con famigliarità anamnestica per allergia è buona norma effettuare uno svezzamento ritardato (al compimento del sesto mese di vita e non al quinto, come in genere viene consigliato) e selettivo, introducendo un alimento per volta e posticipando l'assunzione di cibi altamente allergenici (come il pesce, l'uovo ed altri ancora) dopo l'anno di vita.

Prendiamo ora in considerazione i singoli alimenti valutandone i tempi di introduzione.

Frutta e verdura

Per quanto riguarda la frutta sarebbe opportuno introdurre per primi la pera e la banana, e solo successivamente prugna, ananas e susine. Solo dopo l'anno sono consigliabili gli altri frutti: agrumi, pesca, albicocca, fragola e kiwi. Alcuni autori consigliano di introdurre in ritardo anche la mela, a causa della presenza di alcuni allergeni simili a quelli dell'uovo, con cui avrebbero una reattività crociata. Per quanto riguarda la verdura è noto che la cottura ne riduce l'allergenicità. La sequenza di introduzione prevede l'iniziale assunzione di brodo vegetale con patata e carota, seguita dall'aggiunta di verdure in foglia (costine). Successivamente si prosegue con lattuga, finocchio, fagiolini, sedano lasciando per ultimi legumi, zucchine e pomodoro.

Carne, pesce ed uovo

Le carni presentano anch'esse un potenziale allergenico differente: le meno allergizzanti (e quindi da preferire all'inizio dello svezzamento) sono quelle del coniglio, dell'agnello e del cavallo. Successivamente va proposta la carne di tacchino e di pollo, e solo tardivamente vanno introdotti manzo e vitello. L'allergia al pesce, che rappresenta uno degli alimenti più allergizzanti, presenta una elevata frequenza soprattutto nei paesi forti consumatori (Spagna, Norvegia, Svezia). Nei bambini a rischio atopico è consigliabile la sua introduzione dopo il dodicesimo mese di vita. Infine l'uovo, uno degli alimenti più comunemente responsabile di reazioni di ipersensibilità, andrebbe introdotto anch'esso non prima del compimento del primo anno di età.

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