Che cos’è il Morbillo?

 Il morbillo è una malattia infettiva molto contagiosa, causata da un virus che si trasmette attraverso il contatto diretto con goccioline respiratorie infette o, meno frequentemente, mediante contagio aereo. Il periodo di incubazione è in genere di 8-12 giorni dall’esposizione all’inizio dei sintomi che sono caratterizzati da: febbre alta, tosse, congiuntivite e da una caratteristica eruzione della pelle che dal viso si estende a tutto il corpo (esantema). La febbre dura circa una settimana, l'esantema 3-5 giorni.

Il morbillo, più spesso nei bambini più piccoli, può avere delle complicazioni importanti: otite, broncopolmoniti, laringotracheite e diarrea. Circa una volta ogni 1000 casi di malattia, l’infezione colpisce il sistema nervoso, causando un’infiammazione del cervello (encefalite), provocando danni permanenti (sordità, ritardo mentale) nel 40% dei sopravvissuti e può essere causa di morte nel 3-15% dei casi. Attualmente non esiste alcuna terapia medica efficace per curare il morbillo e pertanto il migliore strumento di difesa a disposizione è la sua prevenzione con la vaccinazione.

In Italia negli anni 2002-2003 si è verificata una grande epidemia di morbillo che ha provocato alcuni decessi e centinaia di ricoveri ospedalieri. Questa epidemia è stata causata da una scarsa diffusione della vaccinazione ed ha colpito buona parte delle persone che non erano state vaccinate. Proprio in seguito a questo episodio, l’Italia ha avviato un piano per l’eliminazione della malattia che dovrebbe permettere il raggiungimento del numero più alto possibile di persone vaccinate, in linea con quanto accade negli altri paesi europei.

Che cos’è il vaccino contro il Morbillo?

Il vaccino contro questa malattia è costituito dal virus del morbillo, che a seguito di particolari trattamenti di laboratorio viene reso incapace di provocare la vera malattia, ma rimane ugualmente in grado di stimolare le difese dell’organismo contro l’infezione naturale (vaccino vivo ed attenuato).

Questo vaccino è disponibile in una formulazione “combinata” (nella stessa fiale): insieme ad altri due vaccini (antiparotite ed antirosolia) (vaccino trivalente MPR) o insieme a questi due vaccini più il vaccino per la varicella (antimorbillo, antiparotite, antirosolia ed antivaricella) (vaccino quadrivalente MPRV). Non è sempre reperibile in commercio la formulazione “singola” del vaccino. I vaccini combinati (MPR e MPRV) possono essere somministrati senza alcun pericolo, ai soggetti che abbiano superato la malattia naturale oppure che siano già stati vaccinati contro una di queste malattie.

La prima dose del vaccino trivalente MPR è estremamente efficace in quanto già dopo 7-10 giorni compaiono gli anticorpi protettivi nel 95 % dei bambini vaccinati. I dati disponibili suggeriscono che il vaccino contro il morbillo, somministrato ad un soggetto sano, entro le 72 ore, da un contatto con un soggetto malato, in alcuni casi, è in grado di prevenire la malattia. Se lo stesso contatto non causa infezione, il vaccino serve comunque a proteggere da eventuali altri contatti. La protezione conferita da una sola dose di vaccino è di lunga durata nella maggior parte dei soggetti, ma non sembra essere permanente. E’ possibile infatti che la capacità di difendersi dalla malattia, sviluppatasi dopo la vaccinazione effettuata a 15 mesi di vita, diminuisca progressivamente: per questa ragione viene oggi consigliata una dose di richiamo all’età di 11-12 anni o comunque circa 10 anni dopo quella ricevuta nei primi anni di vita.

Come e quando si somministra il vaccino per il Morbillo?

Nel 1999 (Circolare n. 12 del 13 luglio 1999), la vaccinazione trivalente MPR (morbillo-partite rosolia) è stata inclusa ufficialmente nel calendario nazionale delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate, con indicazioni per la somministrazione della prima dose per tutti i bambini a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro il 15° mese di vita, e con l’introduzione di una seconda dose all’età di 5-6 anni. La seconda può essere somministrata in qualsiasi momento (es. durante un’epidemia o in occasione di un viaggio internazionale), assicurandosi che siano trascorse almeno 4 settimane dalla prima dose. Il vaccino viene somministrato attraverso un’unica iniezione che si effettua preferibilmente per via sottocutanea nella regione superiore del braccio; alcuni studi riportano che possa essere usata anche la via intramuscolare. Per effettuare questa vaccinazione non è necessario tenere il bambino a digiuno.

Quando si può vaccinare un bambino contro il Morbillo?

Può essere vaccinato il bambino con banali infezione delle vie aeree superiori (esempio: raffreddore, tosse). La vaccinazione deve essere eseguita con particolari attenzioni, cioè in ambiente ospedaliero, ai soggetti che hanno avuto episodi di grave allergia (anafilassi) all'uovo.

Quando si deve rimandare la vaccinazione contro il Morbillo?

La vaccinazione si deve rimandare, in caso di: una gravidanza in atto, malattia acuta grave con o senza febbre, somministrazione di immunoglobuline nei mesi precedenti (intervallo variabile da 3 a 11 mesi a seconda della patologia), trapianto di cellule staminali ematopoietiche, trapianto di organi solidi. Questa raccomandazione vale anche nel caso in cui non siano trascorsi trenta giorni dalla somministrazione di un altro vaccino a base di virus “vivi e attenuati” (ad esempio antirosolia, antiparotite o antivaricella).

Quando non si deve vaccinare contro il Morbillo?

Il vaccino non deve essere effettuato in soggetti con: immunodeficienza grave (es. tumori del sangue e solidi; alcune immunodeficienze congenite come agammaglobulinemia, immunodeficienza comune variabile o immunodeficienza severa combinata ecc; HIV con grave immunodepressione), reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose e reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino.

Cosa fare in caso di eventuali reazioni al vaccino contro il Morbillo?

La vaccinazione antimorbillo-parotite-rosolia (MPR) può causare a distanza di 7-10 giorni: una leggera eruzione cutanea transitoria, che non necessita di alcuna terapia particolare; febbre, per lo più è modesta, che dura in genere da 1 a 5 giorni e si cura con l’utilizzo di un qualsiasi antipiretico. La maggior parte delle persone con febbre non presenta alcun altro sintomo. Raramente (circa 1 caso ogni 3.000 dosi) può essere associata a convulsioni febbrili, che guariscono spontaneamente e non lasciano esiti. Ancora più raramente (1 caso ogni 30.000 dosi) la vaccinazione MPR, può essere associata ad una transitoria diminuzione delle piastrine presenti nel sangue (trombocitopenia).

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