Nonostante la vaccinazione contro l'influenza il mio bambino si può lo stesso ammalare?

Certo che il vaccino non è uno scudo contro tutti i mali e dunque è sempre possibile che il bambino abbia anche parecchi episodi di infezione delle prime vie aeree durante l'inverno. Quindi viene la febbre... La febbre va considerata come una reazione difensiva del nostro corpo all’infezione, una specie di valvola di sfogo che permette all’organismo di eliminare tossine dannose; pertanto non va bloccata con indumenti troppo pesanti, ma va favorita la traspirazione specie se, per effetto delle medicine, il bambino iniziasse a sudare; va coperto solo quando la febbre sale e causa i brividi. I farmaci da utilizzare più frequentemente sono due: il paracetamolo e l’ibuprofene, entrambi efficaci e ben tollerabili.

L’importante è seguire le raccomandazioni del pediatra sulle dosi in rapporto ai chili di peso e al periodo di intervallo fra una dose e l’altra, per non eccedere e aumentare i pur rari effetti collaterali. Ambedue hanno anche efficacia sul dolore che può manifestarsi con il mal di testa, alle gambe e alle articolazioni e talora all’orecchio: in questo caso una valutazione diretta del pediatra si impone perché specie nel bambino piccolo può subentrare questa complicazione e richiedere un trattamento specifico.

E l’aspirina? Ne abbiamo consumata a vagoni e ora è sparita! L’aspirina sotto i 12 anni non è raccomandata nelle forme influenzali perché aumenterebbe il rischio di insorgenza di complicazioni di vario tipo. Abbiamo a disposizione alternative più sicure. Molti consigliano la borsa di ghiaccio o le spugnature Se comprende che la febbre è utile a sfogare il calore interno converrà con me che il freddo è controproducente perché impedisce tale dispersione. Comunque se il bambino la gradisce e se la febbre è molto alta, la borsa di ghiaccio non ha mai ucciso nessuno... mentre le spugnature assolutamente no perché vengono praticate su una superficie estesa, tanto meno se si usasse alcool.

Ma è possibile che nel 2000 non ci siano farmaci che uccidano il virus? Infatti gli antibiotici funzionano solo sui batteri che sono la causa delle complicazioni dell’influenza. Di fatto però esistono antivirali specifici e in particolare uno di questi, l’oseltamivir, va a inibire quella proteina N che caratterizza i virus influenzali. Però, considerata la benignità della malattia, i possibili effetti collaterali nonché le recenti evidenze segnalate di resistenza al farmaco, non se ne raccomanda l’uso routinario e si lascia valutare al singolo pediatra di caso in caso: rimane un farmaco non utilizzabile sotto l’anno di età nella terapia e da riservare nella prevenzione di chi ha subito un contatto con una persona malata solo in situazioni particolari, ad esempio in un soggetto ospedalizzato o a rischio ma non vaccinabile. Infine esiste un altro farmaco, lo zanamivir, che non ha però autorizzazione d’uso sotto i 12 anni; è evidente l’interesse per questi farmaci o loro evoluzioni più efficaci e sicure nella terapia e prevenzione di influenze potenzialmente peggiori come l’aviaria.

E i rimedi della nonna? Latte, miele… Lo slogan, tuttora valido, è latte, letto e lana, cioè dieta leggera, riposo e stare al caldo. La dieta ricca in vitamine, sali minerali e fibre, quindi verdura e frutta, è valida sempre e ancor più quando si è malati perché riduce il lavoro digestivo del bambino quando si è sofferenti e in qualche modo combatte l’infezione anche se la quantità di vitamina C di cui sono ricchi questi alimenti necessaria per un’efficace prevenzione è molto alta. Riposo in casa vuol dire di non riprendere le attività sportive e scolastiche prima del tempo per evitare ricadute o peggiori complicazioni specie nel periodo di convalescenza, termine ormai, purtroppo, desueto per le abitudini della nostra società ma che garantisce una più lunga resistenza ad altri microbi eventualmente circolanti nell’ambito scolastico.

Mi piace questa riscoperta di vecchi consigli, ne ha qualcun altro? Come no! Le vecchie norme di igiene che consigliavano un’accurata pulizia delle mani prima di andare a tavola,ad esempio, sono state dimostrate come molto efficaci nella prevenzione della diffusione del virus influenzale, così come l’uso di fazzoletti a perdere specie da parte del personale degli asili nido; di questo i genitori devono farsi carico non solo come norma educativa ma di vera profilassi antinfettiva specie nei periodi epidemici. Ma anche qua bisogna essere precisi e puntuali: non basta un rapido passaggio delle mani nel lavandino, ci sono norme ben codificate che poi il pediatra deve tradurre in messaggi convincenti. Ad esempio? Il tempo efficace per lavarsi le mani deve essere prolungato per tutto il tempo occorrente a cantare due volte da fila “Tanti auguri a te…..” Insomma abbinare gioco a utilità, un mix vincente specie coi bambini.

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