Mio nipote di 5 anni e mezzo si è preso la "malattia di Perthes" all'anca sinistra. Tutto è successo da pochi giorni; dopo che il bambino si lamentava di dolori alla gamba sinistra gli sono stati fatti dei raggi ed in base a questi ultimi un pediatra ortopedico ha diagnosticato la malattia di Perthes. Ora verrà ricoverato per essere sottoposto a trazione con dei pesi e, dopo un esame con "risonanza magnetica", gli verrà applicato un apparecchio alla gamba per almeno un anno. Rimarranno dei postumi al bambino? Avrà delle conseguenze durante tutta la sua vita?

La malattia di Legg-Calvè-Perthes è una patologia benigna dell'anca, che consiste in una sofferenza della testa del femore, causata da vari fattori: infiammatori, traumatici, vascolari. E' una malattia articolare tra le più frequenti e quindi ben conosciuta.

Colpisce più i maschi che le femmine, in genere tra i 5 e i 10 anni; è più spesso monolaterale che bilaterale; la sua incidenza è di 1/20.000 nati. L'esordio clinico può essere subdolo all'inizio con sintomi vaghi come dolore alla coscia con trascinamento dell'arto, specie dopo sforzo, successivamente, nel giro di qualche settimana, il dolore si fa più costante.

La zoppia da saltuaria diventa costante. Sono inoltre dolorosi i movimenti di rotazione dell'arto. La diagnosi si fa con la radiografia dell'anca e la malattia è suddivisa in 4 stadi:

  • 1) Allargamento dello spazio articolare coxo-femorale (la distanza fra la testa del femore e l'anca che la contiene)
  • 2) Aumentata densità di tutto o parte del nucleo epifisario (infiammazione dell'osso della testa del femore)
  • 3) Frammentazione del nucleo epifisario (iniziale distruzione)
  • 4) Tutta l'epifisi è compromessa dal processo necrotico (distruzione)

Gli stadi 1 e 2 si associano nel 90% dei casi a guarigione, anche senza terapia; negli stadi 3 e 4 invece i risultati sono scadenti anche dopo trattamento. Lasciata a sè la malattia, la guarigione può richiedere 2 o 3 anni e può portare ad articolazione dell'anca imperfetta.

Lo scopo della terapia, che consiste nel mantenere l'articolazione fuori carico per un tempo variabile, è quindi di garantire la ricostruzione sferica normale della testa del femore centrandola sull'acetabolo (la cavità dell'anca che contiene la testa del femore). Negli stadi più gravi può essere necessario un intervento chirurgico allo scopo di limitare l'immobilizzazione, evitare la sublussabilità femorale, centrare la testa del femore nell'acetabolo e alleviare il dolore. La giovane età e la precocità nella diagnosi incidono favorevolmente nella prognosi.

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