La mia bambina di tre anni e mezzo manifesta crisi d'angoscia al momento del distacco, alla scuola materna. Devo insistere o è meglio tenerla a casa? Il disagio si riflette sul sonno notturno, agitato e frequentemente interrotto. Con che cosa posso aiutarla?

Spesso, come in questa situazione, la scuola materna diventa l'elemento perturbatore di un ideale equilibrio della coppia "mamma-figlio". In realtà questa è una coppia molto chiusa in se stessa, e se questo equilibrio è adatto alle esigenze di crescita dei primi sei mesi di vita di un lattante, dopo diventa alquanto limitante, poiché un bimbo ha bisogno, per crescere, di imparare a relazionare con gli altri.

Immagino che la lettrice, non lavorando, venga assalita dai sensi di colpa per i pianti della figlia (e che magari venga anche rimproverata dal marito, dalla suocera e da qualche intima "amica"), e che quindi tenda a minimizzare gli effetti benefici della scuola materna.

Questa bimba ha bisogno, più degli altri, dell'asilo: deve imparare a contenere le sue crisi d'angoscia, deve imparare a trattare con altri adulti e a giocare con i coetanei. E' pacifico che, fino a che piange, non apprezzerà niente di tutto questo. Ma deve imparare anche a smettere di piangere, e a trovare consolazione.

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