Mio figlio di dieci anni soffre di enuresi notturna. Agli esami delle urine e all'ecografia non risulta nulla. Durante il giorno trattiene bene la pipì. Ho notato che ha un sonno molto profondo (non ricorda di essere stato svegliato quando lo portiamo in bagno di notte). C'è qualche cura da fare?

Per enuresi notturna si intende la "pipì" involontaria durante il sonno, oltre l'età in cui il controllo vescicale viene di solito raggiunto. Tale età viene convenzionalmente fissata, anche se con criterio del tutto arbitrario, attorno al quinto anno. Secondo alcuni il limite di cinque anni, oltre il quale si può parlare di enuresi, è valido per la femmina, mentre per il maschio tale limite andrebbe spostato a sei anni. Come detto, si tratta comunque di limiti arbitrari perché vi sono ovviamente differenze interindividuali nell'acquisizione del controllo vescicale, così come diverse sono le età alle quali si raggiunge il traguardo della deambulazione, del linguaggio e della lettura.

Si tenga presente, infatti, che a cinque anni bagnano il letto il 15% dei bambini; a dieci anni lo bagnano il 5% dei bambini ed a quindici anni circa l'1-2% dei bambini bagna ancora il letto. Si parla, inoltre, di enuresi primaria quando il bambino non ha mai smesso di bagnare il letto, mentre si parla di enuresi secondaria quando l'evento enurico si verifica dopo un periodo di controllo vescicale di almeno sei mesi. Una condizione a parte è quella dell'enuresi che si associa come evento ad affezioni urologiche, neurologiche, metaboliche o ad epilessia. In questi casi, infatti, l'enuresi è un sintomo di un'affezione più complessa e non un disturbo fine a sé stesso come nelle forme primaria e secondaria.

Fatte queste precisazioni, veniamo ora a considerare, tenuto conto anche dell'età del bambino (dieci anni), quali siano le cose utili da fare. A parte l'esame urine con peso specifico al mattino, indispensabile per escludere una poliuria (N.d.R.: stimolo ad urinare frequentemente) primaria, non sono necessari altri accertamenti. Gli esami urodinamici, se si escludono i casi in cui ci sia un forte sospetto di vescica neurologica, non vanno mai fatti.

Una cosa fondamentale da fare è la correzione della eventuale stipsi: si tratta, infatti, di un'associazione tutt'altra che rara. È importante adottare, inoltre, misure comportamentali, come limitare l'assunzione di liquidi alla sera e svuotare bene la vescica prima di andare a letto; non è utile, invece, (e non serve) svegliare di notte il bambino per fargli fare la pipì.

Vi sono, infine, una serie di provvedimenti che possono essere messi in pratica, contemporaneamente oppure a "scaletta", quali la ginnastica vescicale (minzioni diurne più ravvicinate del solito, abituare a trattenere le urine durante il giorno mediante minzioni ad orario fisso, ecc.); l'utilizzo di particolari sistemi di allarme che suonano alla prima goccia di pipì nel pigiama favorendo il risveglio del bambino e stimolando, di conseguenza, il riflesso della minzione; l'utilizzo di farmaci (sotto controllo medico) che riducono la produzione di urine durante la notte.

Ma, preliminare a qualsiasi tipo di intervento, è la spiegazione del meccanismo minzionale e la completa presa di coscienza del problema da parte del bambino: la preoccupazione e l'ansia dei genitori non è da considerare come valido motivo, di per sé, per iniziare qualsiasi trattamento.

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